Nel punto settimanale per la Repubblica, Paolo Condò inizia elogiando Achraf Hakimi dell’Inter e Theo Hernandez del Milan: “Due terzini mollati dal Real Madrid
spingono le milanesi oltre le nuvole”. Il giornalista ha poi analizzato l’andamento del Milan, candidato allo Scudetto ma di organico inferiore rispetto ad Inter e Juventus: “Il Milan non è la squadra più forte, almeno Juve e Inter come organico le stanno sopra e dunque non è costretto a vincere lo scudetto, ma non si vede perché dovrebbe autolimitare il proprio cielo. Ci pensino gli avversari a riportarlo sulla terra“.
Condò su Inter e scontri diretti
“L’Inter ha un passo differente – spiega Condò – molto più codificato e ben fotografato dal gol dell’1-0 allo Spezia, che ha coinvolto i quattro giocatori ai quali Conte concede la ‘licenza di uccidere’, i due esterni e le due punte: Young avvia l’azione da sinistra cercando Lukaku nel cerchio di centrocampo, il belga assorbe il lancio col petto e lo devia verso Lautaro, che a sua volta innesca la discesa vincente di Hakimi sulla destra. Una diagonale a tutto campo disegnata in pochi secondi, che ha il pregio di rovesciare il fronte senza toccare l’assetto difensivo. Uno stile di gioco che, minimizzando i rischi, consente all’Inter di fare il pieno contro le squadre chiaramente inferiori: i punti persi riguardano infatti le rivali “europee”, Milan, Lazio e Atalanta (più il pari col Parma). Il Milan li ha persi contro lo stesso Parma, il Genoa e il Verona, anche. La Juve, fra l’altro, ha concesso pareggi a Benevento, Crotone e Verona. A gennaio Pirlo verrà due volte a San Siro, a chiudere il trittico degli scontri diretti fra le prime tre. Conteranno molto: ma finché l’Inter manterrà la velocità massima contro le piccole, avrà un piccolo vantaggio”.
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