Il 21 dicembre di 10 anni fa a Milano, all’età di 83, ci lasciava Enzo Bearzot. Per tutti l’indimenticabile Commissario Tecnico dell’Italia che vinse il mondiale nel 1982. Nato ad Ajello del Friuli, in provincia di Udine, nella sua carriera di calciatore aveva vestito anche la maglia dell’Inter totalizzando complessivamente 46 presenze.
Il suo nome rimarrà legato per sempre alla conquista di quel Campionato del Mondo del 1982. Un evento che in tutti i sensi ha segnato un’epoca nel nostro paese. Bearzot era una persona di grande cultura, di enorme buonsenso e di rara schiettezza. Un profondo conoscitore del mondo del calcio, nel quale sapeva cogliere prima le qualità dell’uomo rispetto a quelle del semplice calciatore. La sua capacità di parlare al cuore degli atleti e di creare un gruppo coeso, disposto a tutto per la maglia, resta ancora oggi inimitabile. A distanza di tanti anni, anche ultimamente con la morte di Paolo Rossi, uno dei suoi pupilli più fulgidi, abbiamo visto ancora l’unità di quel gruppo incredibile.
Il “vecio” era un grande, un personaggio come forse non se ne trovano più. Un uomo che probabilmente si terrebbe ben alla larga dal calcio moderno, fatto più di immagine che di sostanza vera. Ma almeno chi di noi ha avuto la fortuna di vivere la sua epopea, potrà raccontare a tutti di aver visto all’opera l’Italia di Bearzot. Qualcosa di unico e di prezioso che ha segnato la nostra giovinezza. Un ricordo indelebile che conserveremo sempre in un angolino del nostro cuore.