L’analisi di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera.
“L’Inter difficilmente può giocare bene, ma ha tanti giocatori decisivi. È una squadra di giocatori compiuti, Conte non ha tirato a indovinare. Da Kolarov a Vidal, a Young, a Darmian, ha scelto solo giocatori che conosceva bene.
L’Inter non ha la leggerezza del Milan. Qualunque passo è nervoso, qualunque cosa tende subito al dramma. L’Inter è un’armata potente, quindi lenta. Conte ha raggiunto solo metà della sua perfezione, ma forse basta.
L’Inter però cresce mentre il Milan resiste
Aveva grossi problemi in difesa, ora ha preso solo quattro reti nelle ultime sei partite. E forse stupirà sapere che uno dei giocatori più presenti in questo periodo è stato Darmian. L’Inter parte favorita contro quasi tutti gli avversari. E’ una specie di bugia che impressiona sempre, perché ha attaccanti giovani e tra i migliori al mondo. Questa è una differenza che pesa. Lukaku ha giocato 12 partite su 14, accanto a Lukaku gioca Lautaro. Il giocatore ideale per investire su tutto quello che il fisico di Lukaku costruisce di lato, quando non va via da solo. Lautaro non dribbla, non fa assist. Lautaro tira e basta e senza guardare la porta. Assomiglia ad Aguero, ad Icardi, a Tevez. Ed è solo la seconda punta. È questa abbondanza che non fa giudicare l’Inter per come gioca, quello è un effetto estetico. L’Inter è quasi soltanto potenza pratica.
L’anno di Antonio Conte
Sento spesso dire che Conte smetterà presto di allenare perché è una candela che brucia dall’alto e dal fondo, dura la metà del tempo. Non credo andrà così. Conte è sulle spine perché questo è l’anno che decide la sua caratura. È stato un anno fermo al Chelsea, esonerato in casa. Ha buttato il primo anno all’Inter, è uscito adesso dalla Champions. O vince o perde posti nei soldi e nella stima. Ma l’isteria non uccide, asciuga. Ora guida l’Inter in modo diverso da un mese fa. Ha meno giri, non è calmo ma lascia più fare. Sta imparando a gestire ingoiando”.
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