Al centro dell’attenzione dei media negli ultimi giorni, l’ex capitano dell’Inter Giuseppe Bergomi. L’attuale opinionista di Sky Sport ha espresso più volte in questo ultimo periodo delle opinioni sulla sua ex squadra. Talvolta però il suo pensiero è stato accolto polemicamente da molti tifosi.
Come sottolinea oggi La Gazzetta dello Sport, Bergomi faceva il difensore e ancora oggi gioca in difesa della sua ex squadra. O meglio, da opinionista analizza sempre con grande equilibrio ciò che vede, riportando il suo pensiero senza paura del contraddittorio. Per questo motivo gli va riconosciuta la massima onestà e professionalità. E negli ultimi giorni la sua è stata la voce fuori dal coro.
“L’Inter non è costretta a vincere. Io credo che questo sia un campionato molto equilibrato e alla fine vincerà chi sarà capace di avere pazienza ed equilibrio. Il cammino è lungo, la stagione è particolare e inciampare di tanto in tanto ci sta. Bisogna essere bravi a non esaltarsi troppo quando si vince né deprimersi dopo una sconfitta. Capisco che l’Inter dopo il secondo posto dello scorso anno può migliorare solo vincendo, ma nel calcio nulla è scontato. Quando perde l’Inter la critica è pesante, se succede alle altre fa meno clamore e non è giusto”.
Poi “lo Zio” continua nella sua disamina sempre precisa.
“Quando analizziamo e giudichiamo, bisogna farlo nella maniera giusta ed equilibrata. Non vedo la rosa dell’Inter migliore delle altre. Poi chiaro che deve fare di tutto per provare a vincere e sono sicuro che resterà in lotta per il titolo fino alla fine. Però non posso essere d’accordo con chi ritiene l’Inter la favorita e credo pure che alla lunga questa pressione rischia di creare aspettative troppo elevate e anche di generare ulteriore pressione sulla squadra”.
Dunque, chi è la sua favorita per il titolo?
“Vedo sempre la Juventus davanti a tutte, per qualità e profondità della rosa. Poi Inter, Milan e Napoli possono giocarsi le loro carte, ma tra loro si equivalgono. E pure Atalanta e Roma non sono certo lontane. Il problema dell’Inter per me in questo momento è il punto di partenza della critica: l’uscita dalla Champions ha portato a pensare che siccome ha fatto investimenti e ha un allenatore vincente, ora deve vincere per forza. Ma non è così”.
A proposito di allenatore, lei ha sempre difeso Conte.
“Certo, non si può mettere in discussione il lavoro di Antonio perché la crescita della squadra è sotto gli occhi di tutti. E sono convinto che sia proprio Conte il valore aggiunto dell’Inter. Lo dice la storia della società: si è sempre vinto quando alla guida tecnica c’era un uomo forte, un leader. E Conte è esattamente l’uomo che serviva all’Inter per tornare in alto”.
Però quando manca Lukaku l’involuzione di squadra è palese, non trova?
“Ogni squadra ha il proprio punto di riferimento. A proposito, chi è stato a fare di tutto per portare Romelu a Milano? Già per questa intuizione si dovrebbe sempre dire grazie a Conte. Lukaku è dominante, fa la differenza e ti trasforma la squadra. Ecco, questo è un altro punto fondamentale nella corsa scudetto: vincerà chi saprà sopperire meglio alle assenze dei big. Il Milan senza Ibra ha dimostrato di avere lo stesso un’identità precisa e vincente. La Juve senza Ronaldo ha perso punti con Crotone e Benevento, il Napoli senza Mertens e Osimhen produce tanto ma concretizza poco. E così anche l’Inter senza Lukaku va in difficoltà. Ci sarà equilibrio fino alla fine, vedremo chi sbaglierà di meno”.