Conte è il 12º, nerazzurri spietati. Lautaro alla Eto’o, 5-4-1 e difesa di ferro a San Siro.
L’Inter già da inizio gara non riesce ad impostare quasi mai l’azione da dietro a causa del pressing altissimo dell’Atalanta, con Pessina che esce sempre sul play Brozovic. Sotto tono Barella e malissimo Vidal, che spreca tempi di gioco e fa sembrare l’Inter in inferiorità numerica in fase di possesso.
L’Inter aspetta e l’Atalanta fa la partita, non avendo mai paura di rimanere uomo contro uomo. Maehle pressa subito Bastoni in costruzione, mentre Romero e Djimsiti non mollano mai Martinez e Lukaku. Conte si dimostra il 12º uomo, chiamando l’uscita del pressing per ognuno dei suoi giocatori.
Il primo tempo si chiude 0-0 con tanti tatticismi e poche emozioni. Atalanta pericolosa sugli sviluppi di due angoli con Zapata e lo stesso Djimsiti (40’), mentre l’Inter si affaccia dalle parti di Sportiello solo con Lukaku (37’), chiuso bene al momento del tiro.
Dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa (52’) Conte inserisce Eriksen per Vidal e l’Inter sembra subito “meglio”, come direbbe il danese. Al 54’ arriva puntuale il vantaggio. Chris batte un angolo in mezzo e Skriniar (sempre più versione muro) risolve la mischia con una zampata pesantissima.
Conte a quel punto chiude tutti gli spazi tra le linee e passa al 5-4-1 in fase di non possesso. Lautaro si allarga a sinistra e si sacrifica stile Eto’o ai tempi del Triplete. Lukaku, invece, spreca l’occasione del raddoppio e nel finale servono le forze fresche dalla panchina. Dentro Gagliardini, Sanchez, Darmian e D’Ambrosio per Brozovic, Martinez, Perisic e Hakimi.
Proprio Hakimi si è annullato con Gosens nel grande duello della serata, mentre il pensiero verticale di Eriksen alza sicuramente il tasso tecnico del centrocampo. Dall’altra parte la mira di Zapata, del subentrato Muriel e di Pasalic è imprecisa e la difesa di ferro dell’Inter tiene fino alla fine per la settima vittoria consecutiva. Milan ricacciato a -6, Juve a -10 con una partita in meno.