E’ la raccolta di quindici vittime innocenti della criminalità: Antonio Annarumma, Luigi Ciaburro, Raffaele Delcogliano ed Aldo Iermano, Luigi Staiano, Carmelo Ganci e Luciano Pignatelli, Tammaro Romano, Giuseppe Mascolo, Antonio Nugnes, Tobia Andreozzi, Angelo Riccardo, Fabio De Pandi, Alberto Varone e Pasquale Miele.
La sedia indicata nel titolo è quella che rimane vuota, che pone domande, che parla col suo silenzio; quella dove non si siede nessuno, per rispetto a chi non c’è più…
“La sedia vuota” è un titolo fortemente evocativo perchè sintetizza, ad esempio, il senso della perdita e del vuoto, la solitudine, l’esigenza di andare comunque avanti, nonostante tutto il grande dolore.
E’ un lavoro che ricostruisce, attraverso il delicato racconto dell’Autore, le storie di queste vittime innocenti della violenza criminale, senza distinzioni di sorta tra vittime di serie A e vittime di serie B.
E’ un libro che dà “vita” ai morti, dà voce alle emozioni, al dolore, alla rabbia dei parenti.
Nell’elenco sopra riportato c’è anche Pasquale Miele, da me personalmente conosciuto.
Pasquale, ventottenne, fu ucciso a Grumo Nevano, cittadina a nord di Napoli, il 6 novembre 1989, in una sera di tuoni, fulmini ed acqua a catinelle. In un condominio di Via Mannello vive gran parte della famiglia Miele. Al piano terra c’è il laboratorio e l’ufficio dove i fratelli Miele, Giuseppe e Pasquale, hanno una piccola maglieria con una quindicina di dipendenti in tutto. Pasquale è appena tornato dalla casa di Angela, la fidanzata con cui si deve sposare fra sette mesi, nella vicina Frattamaggiore. Dalla strada sparano un pallettone da un fucile a canne mozze e colpisce Pasquale dietro la finestra chiusa.
Il colpo ha preso in pieno il giovane. E’ stato colpito alla gola. Esce subito molto sangue. Non riesce neanche ad urlare. Perde quasi subito conoscenza. Attorno al suo corpo si forma una chiazza di sangue, che diventa sempre più grande. Muore fra le braccia di mamma Anna, vicino a papà Tammaro, fra le urla e la disperazione dei genitori. Il proiettile era la conseguenza delle minacce arrivate al maglificio nei mesi precedenti. Il clan camorristico locale aveva chiesto il pizzo e Pasquale, che aveva risposto al telefono, non aveva detto niente a nessuno. Eugenio Capasso, alle dirette dipendenze del camorrista Domenico Morelli di Casandrino, fu l’autore dell’agguato mortale a Pasquale ma, per meri motivi burocratici, l’assassino non è stato mai arrestato!
Prima di iniziare l’attività di imprenditore autonomo, Pasquale era stato “garzone di barbiere” a Napoli, presso il “Salone Manferino” in Via Santa Sofia. Il titolare, Ciro, era tifoso della Juve, il suo vice, Pasquale, tifoso del Napoli e “Pasqualino” tifoso dell’Inter. Questo il motivo principale per cui mi era stato immediatamente simpatico. Il più era educato, socievole, garbato, efficiente, con tanta voglia di emergere e diventare… “grande”.
Con me, fra uno shampoo e una insaponata, parlava dei miei beniamini nerazzurri (Sandro Mazzola e Giacinto Facchetti in primis) e dei suoi…
Questa sua voglia lo porta ad abbandonare rasoi e schiuma da barba per la lana di maglioni e questa volontà, in un contesto camorristico, lo porterà alla morte!
Ora voglio pensarlo in una sorta di “Agorà Nerazzurro”, a parlare con tanti altri Amici Interisti Campani che hanno già lasciato questo mondo.
Lello Ostuni, Domenico “Mimì” Loffredo, Aldo Amici, Nunzio Cortile, Michele Palladino, Marcello Parisi, Pasquale Miele, Raffaele Izzo, Niki Paterno, Massimo Cerullo, Fabrizio Arbace, Antonio Lepre, Pasquale Iorio, Salvatore D’Arbenzio (alle cui esequie in chiesa tenni il “discorso d’addio”, terminato con la sciarpa nerazzurra poggiata sulla bara!), Salvatore Cristiano (come per Salvatore d’Arbenzio…) “don” Giuseppe Paone, Gigino Alma.
E, perchè no? Pure con Giacinto Facchetti e Peppino Prisco…
“La sedia vuota”
Storie di vittime innocenti della criminalità
Raffaele Sardo – IOD – € 12,00