Fabrizio Biasin sulle pagine di Libero spiega perchè la chiave dello Scudetto è la pace tra Antonio Conte e Beppe Marotta.
“C’è stato un momento, neanche troppo lontano, in cui la dirigenza (Marotta e Ausilio) e il tecnico interista (Antonio Conte) lavoravano sì in sinergia e con grande professionalità, ma non sarebbero mai andati insieme a mangiare
la pizza. – scrive Biasin – Erano i mesi dei musi lunghi dell’allenatore, delle dichiarazioni neanche troppo criptiche, dei «C’è stata poca protezione da parte del club, a fine stagione farò le mie valutazioni» post Atalanta-Inter (1 agosto), dei «ci troveremo per pianificare il futuro, con o senza di me» post Siviglia-Inter (21 agosto). Era il periodo della celebre riunione di Villa Bellini (25 agosto), quella che avrebbe potuto realmente portare a un divorzio, non tanto perché l’Inter non volesse proseguire con cotanto condottiero, quanto perché il condottiero voleva avere – legittime – garanzie a proposito del mercato.
In quel famoso incontro le parti si chiarirono, la società mise da parte “l’opzione Massimiliano Allegri” e si decise di andare avanti insieme. Con convinzione? Mica tanto. E allora facciamo il domandone: come è possibile che da quella
fase lì – quella degli scarsi risultati e delle frecciate – si sia arrivati a questa fase qui – quella della totale unità d’intenti e dei rapporti non più di sola facciata? Sarebbe facile rispondere «con i risultati tutti sono tornati a sorridere»; è la verità, ovvio, ma non spiega completamente il passaggio dal veleno al volemose bene. E, allora, sotto col “paradosso”.
Il paradosso è quello di un club che, a gennaio, ha confessato al mondo intero tutte le sue debolezze (il problema gestionale della famiglia Zhang con relativo mercato bloccato) e, di fronte a queste rogne, invece di assistere inerme al
fallimento del progetto, ha trovato la formula per fare andare tutti i pezzi al loro posto.
Conte è tornato a essere il tecnico che Marotta conosceva fin dai tempi della Juve (concreto, maniaco del lavoro, concentrato solo sui suoi giocatori), Marotta è tornato a essere il punto di riferimento di Conte, un dirigente coni controfiocchi e capace di tenere tutti tranquilli, pur se nella tormenta delle indiscrezioni e degli attacchi.
Diciamola tutta, il momento della serenità non è ancora arrivato, perché nessuno sa quali saranno le scelte della famiglia Zhang dopo la fine della stagione, ma il dato di fatto è che l’Inter, nella burrasca, si è dimostrata una società solida: pochissime parole fuori dal campo, dieci vittorie di fila in campionato, uno scudetto del quale è vietato parlare ma che viaggia spedito sulla strada che porta ad Appiano Gentile. In attesa di capire se si potrà tornare nei ristoranti da 100 euro (cit.), Conte e Marotta, oggi, mangiano volentieri la pizza assieme”.