Scudetto, occorre soprattutto l’esperienza di chi ha già vinto

L’Inter si avvia verso il suo 19esimo Scudetto della sua storia, ma in momenti come questi serve sì la sfrontatezza degli emergenti ma anche l’esperienza di chi sa come si fa. E nella rosa nerazzurra, appartenenti a quest’ultima categoria, ci sono più giocatori di quanti se ne possa pensare perché magari molti in campionati di livello inferiore rispetto a quello in cui sono emersi.

Uno su tutti, Christian Eriksen. I ricordi migliori di lui li abbiamo con il Tottenham, ma nella sua esperienza precedente in Olanda vinse 3 Eredivise consecutive con l’Ajax. Stesso discorso per Vecino e Lukaku, campioni rispettivamente d’Uruguay nel 2011-2012 con il Nacional e del Belgio con l’Anderlecht nel 2009-2010. È all’Inter da una vita (per l’esattezza dal gennaio del 2015), ma Brozovic, con la Dinamo Zagabria, ha vinto da protagonista due campionati consecutivi in Croazia. Infine, è giusto annoverare anche Skriniar campione di Slovenia nel 2011-2012 con lo Zilina al suo primo anno tra i professionisti.

A questo elenco, tralasciando i vari trofei internazionali che comunque hanno un loro peso specifico, è giusto annoverare anche chi, invece, ha già vinto campionati del livello uguale o anche superiore alla Serie A. Nello stesso anno, infatti, Kolarov vinse la Premier con il Manchester City (titolo bissato l’anno successivo), Perisic primeggiò in Bundesliga con il Borussia Dortmund (successo replicato poi nel 2019-2020 con il Bayern Monaco), mentre Sanchez si impose nella Liga con il Barcellona dopo aver vinto in patria con il Colo Colo per due volte. Assieme a lui, in quella squadra, vi era anche Vidal, l’eroe dei due mondi, il più iridato della compagine nerazzurra, che dopo tre campionati i cileni ha trovato fortuna in Italia per 4 volte con la Juventus, in Germania per 3 volte con il Bayern di Monaco e una in Spagna con il Barcellona. Un titolo anche per Young nel 2012-2013 con il Manchester United nell’ultimo anno di Sir alex Ferguson.

Quello di quest’anno, dunque, rappresenterebbe il primo titolo per ben mezza squadra, tra cui figurano una pletora di giovani su cui costruire il futuro (come ad esempio Radu, Bastoni, Hakimi, Lautaro, Barella e Pinamonti), ma anche di giocatori più o meno navigati come Sensi, Gagliardini, De Vrij, Darmian, Ranocchia, D’Ambrosio e Handanovic.

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