Il giornalista Paolo Condò su La Repubblica scrive:
“In genere l’apertura del dibattito sul gioco di chi vince segna che il campionato è finito. Succedeva lo stesso ai tempi della Juve di Allegri o del Napoli di Sarri. (…) L’Inter ha mantenuto inalterate le distanze e manca una gara in meno a fine campionato. Quest’anno ha giocato in più di un modo, e soprattutto a differente intensità a seconda del periodo: finché era in Champions ha corso alla velocità delle altre — l’11 dicembre aveva tre punti meno del Milan, era alla pari col Napoli e un punto sopra la Juve — fra dicembre e la ripresa delle coppe ha allungato (Inter 50, Milan 49, Juve 45 il 12 febbraio), da lì in poi ha scavato il solco che oggi le dà 11 punti sul Milan e 12 sulla Juve. Sono numeri che dimostrano l’assoluta superiorità di Conte quando può lavorare su un ciclo settimanale, e la riuscita di un’operazione delicata come l’allargamento dall’interno della rosa una volta recepito il messaggio che il mercato di gennaio non esisteva: il recupero di Eriksen e Perisic, ma anche di Sanchez, è una spiegazione centrale nella lunga striscia di vittorie. Undici successi consecutivi non arrivano gratis, soprattutto in questa stagione“.