Il giocatore non si discute, l’uomo sì. In tre mesi Cristiano Ronaldo, asso della Juve, si è reso protagonista di tre capolavori.
A fine gennaio, violando il divieto di spostamento tra regioni, viene pizzicato dai carabinieri della stazione di Courmayeur all’hotel Le Massif in compagnia della sua Georgina. I suoi compagni di squadra “rinchiusi” a Torino e lui in fuga romantica sulla neve. Tiè ai comuni mortali!
A fine marzo lo vediamo protagonista nel finale di Serbia-Portogallo (2-2). Segna all’ultimo minuto di recupero ma nessuno della terna arbitrale si accorge che il pallone è entrato completamente. Al triplice fischio che fa? Getta a terra la fascia di capitano, uscendo visibilmente scuro in volto e furioso con la decisione arbitrale. Il video fa il giro del mondo, e dire che sarebbe da vietare ai minori è poco. Ma evidentemente (al nostro) la fascia non gli bastava.
Così ieri, al termine di Juve-Genoa (3-1), a terra ci butta la maglia, stizzito per non aver segnato. Perchè se la sua squadra vince ma lui non segna che vittoria è? La stampa amica dirà: non la voleva lanciare a terra ma verso un raccattapalle. Siamo (buoni) interisti e stavolta vogliamo crederci. Ma se il giocatore non si discute l’uomo sì eccome.