E’ tornato titolare domenica contro il Cagliari (non partiva dal 1′ dal 30 settembre). Orasarà una freccia in più nella faretra di Antonio Conte che vuole centrare lo Scudetto.
Stefano Sensi è tornato, una sorta di ‘second life’ per il centrocampista classe 1995 di Urbania che vuole mettersi alle spalle una stagione tribolata. Spesso contraddistinta da problemi fisici e poche presenze.
La sua compagna Giulia Amodio ha già fissato la data delle nozze (si sposeranno il 29 maggio a Ostuni). Ora lui è pronto al rush finale con tutta la classe che lo contraddistingue.
Chi l’ha conosciuto bene nella ‘prima vita’ (quella dove erano assenti i guai muscolari) è Massimo Andreatini (foto piccola), attualmente direttore sportivo della Fermana (Serie C1, girone B) ma nel 2013 al San Marino (Serie C1) dove il Cesena girò l’allora baby Sensi.
“Con noi Stefano ha esordito nel calcio professionistico, in C, a 18 anni – ci racconta Andreatini in esclusiva – il ragazzo mi aveva subito impressionato, aveva delle doti innate che fino a quel momento erano state completamente sottovalutate da chi di dovere. Noi siamo stati bravi a crederci e a puntarci, era troppo forte a livello tecnico da poter pensare che non si sarebbe imposto. Al primo anno di C1 fece 26 partite e un gol, l’anno dopo 34 e 8 gol.
Problemi fisici? Assolutamente no, l’unico problema poteva essere rappresentato dall’altezza ma era troppo forte… Pensi, in quel centrocampo eravamo messi bene, con Sensi c’era anche Diawara (oggi alla Roma, ndr)”.
Il flashback di Andreatini si focalizza sull’aspetto umano:
“Mi ricordo la sua grande simpatia e il suo carattere nel far subito gruppo con gli altri compagni. Lo ricordo come un ragazzo gioviale. Ora lo seguo con affetto e stima, anche nelle interviste traspare il suo lato umano”.
Sensi dopo l’esperienza di San Marino tornò al Cesena (2015) dove disputò 31 partite in Serie B con 4 reti. Poi Sassuolo e la consacrazione tra Inter e Nazionale.