La Super League (SuperLega italianizzata) è appena nata e già si sono sollevate polemiche. Si è puntato il dito verso il capitalismo galoppante, alla scelta del dio denaro al posto della meritocrazia. UEFA + FIFA hanno minacciato le vie legali, mentre i 12 club firmatari, forti del loro peso specifico all’interno dello scacchiere del calcio europeo, trionfano.
Bene, ma qual è il format della nuova competizione? Perché tra il dire e il fare c’è un abisso chiamato organizzazione. Il format prevede 20 club (15 club “nobili” + 5 qualificati annualmente) si sfideranno suddivisi in due gironi da 10 squadre ciascuno. Ci saranno gare di andata e ritorno (18 partite in totale); dopo la fase a gironi, solo 8 squadre passeranno alla fase ad eliminazione diretta (4 per girone), sempre andata e ritorno. Le prime tre accederanno per diritto, mentre le quarte di entrambi i gironi affronteranno le rispettive quinte nel doppio impegno, in casa e in trasferta. Infine, si disputerà, in campo neutro, a maggio, la tanto agognata finale di Super League.
Il torneo dovrebbe prendere il via ad agosto, ma viste le reazioni delle varie Federazioni, del UEFA e FIFA, potrebbe slittare alla stagione 2022/2023. Questo marasma, architettato sotto al naso dell’organo di Nyon, c’è da chiedersi se sarà realizzabile. Le 18 partite del girone (almeno) + i match del proprio campionato nazionale (salvo decisioni clamorose del UEFA), saranno gestibili dai club che parteciperanno? Già nel contesto attuale molti sostengono che ci sono partite molto ravvicinate, che la rosa è corta, che i giocatori non riescono a riprendersi da infortuni ecc… Ci saranno lo stesso polemiche o la quantità di euro in arrivo coprirà le polemiche passate e venture?