Marco Ardemagni è tra i conduttori di Caterpillar, lo spin-off del mattino del celebre programma di Rai Radio 2 in onda dal 1997. Per la Rai ha seguito Olimpiadi, Festival di Sanremo, Eurovision Song Contest, Royal Wedding e molti altri eventi. Poeta, autore televisivo e scrittore: è del 2013 “Ininterrottamente Inter. Entomologia di un’epopea”, in cui ha descritto – lui nato a Milano e tifoso nerazzurro – secondo per secondo la finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco, giocata al Bernabeu il 22 maggio 2010.
Ardemagni, quali sensazioni sta provando con l’Inter che dopo un decennio torna a respirare il profumo dello Scudetto?
“Non sono ossessionato dall’idea di vincere, diversamente dai tifosi di altre squadre. Però ero sfinito dalla quantità di errori, a tutti i livelli, commessi negli scorsi anni. Quindi mi fa piacere constatare che finalmente la squadra giri bene e appunto sono compiaciuto dall’assenza di errori gravi, almeno da quando è stata trovata la formazione titolare”.
Un suo giudizio su Antonio Conte…
“Non amo particolarmente Conte e fino a pochi mesi fa non gradivo alcune delle sue scelte, in particolare la monomania per il 3-5-. Nemmeno la tempistica e la scelta dei cambi nel corso della partita, l’accantonamento di Skriniar. Per non parlare dell’incapacità o la scarsa volontà di valorizzare Eriksen e infine la scelta di puntare su calciatori ormai in curva discendente. Penso in particolare a Vidal e a Kolarov, ma in parte anche a Sanchez e a Young”.
Cosa è successo per farle cambiare idea?
“Mi è piaciuta però la sua capacità di correggere questi errori. Nella seconda parte di quest’anno Vidal e Kolarov sono stati utilizzati come rincalzi. Eriksen è stato riportato nel progetto. I cambi durante la partita sono stati più razionali e infine, si è saputo alternare, nel corso della partita. Si passa da fasi di pressing alto ad altri momenti in cui ci si difendeva più bassi. Di tutti i “difetti” del mister è rimasta solo l’ossessione per il 3-5-2, ma forse su quel punto aveva ragione lui”.
Di quale giocatore dell’attuale rosa l’Inter del domani non potrà fare a meno?
“Io penso che l’Inter di quest’anno abbia goduto soprattutto del rendimento di otto elementi: i tre centrali, le due punte e poi Brozovic, Barella e Hakimi. Tutti ragazzi che all’inizio della stagione avevano tra i 21 e 28 anni. Spero che rimangano tutti all’Inter almeno per altri tre anni. Non rinuncerei a nessuno di loro, ma se devo citarne solo uno, io stravedo per Brozovic. In prospettiva indicherei uno tra Barella, Bastoni e Hakimi”.
Quale giocatore dell’Inter di oggi avrebbe ben figurato nell’Inter del Triplete?
“Difficilissimo dirlo. Alla fine del 2010 l’Inter di Mourinho era una macchina perfetta. Forse Lautaro avrebbe potuto alternarsi con Milito. E De Vrij non avrebbe fatto rimpiangere Lucio”.
Se dovesse aggiungere un nuovo capitolo al suo “Ininterrottamente Inter”, quale nome sceglierebbe?
“Interminabilmente Inter, senza dubbio”.
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