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Super League, 5 false verità (spiegate da un economista)

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L’economista Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente dell’Area Strategia della SDA Bocconi, entra nel dibattito calcistico sulla Super League e sfata dei luoghi comuni, imperanti sulla stampa e sui social.

“Si sente dire ‘Il calcio è del popolo’. Ma la Super League è tale proprio perché estremamente più ‘popolare’ di Benevento-Spezia. Sarà ricca solo se sarà popolare. Se così non fosse, JP Morgan non ci avrebbe investito miliardi.

Altro errore di analisi economica è sostenere che la Super League rubi i soldi al resto del calcio. I ricchi più ricchi, i poveri più poveri. È una fallacia. Il progetto accresce la torta economica che media e sponsor allocano al calcio, con ricadute positive su tutto lo sport.

Quanto all’argomento della presunta ‘funzione sociale dello sport’, è semmai vero il contrario: una maggiore ‘popolarità’ globale del calcio – molto più probabile con la Super League – incentiverà una maggiore partecipazione sportiva tra i giovani di tutto il mondo.

Altra fallacia logica è sul concetto di ‘merito’ nel calcio. Esso può essere applicato solo agli sportivi, non alle squadre, tra le quali non sempre vince chi merita. Nel modello Super League – molto diverso dalla Nba – la selezione dei talenti non cambierebbe rispetto a oggi.

Il progetto Super League è chiaramente alternativo alla Champions, per calendario e (abbozzato) modello organizzativo. Non è concorrente ai campionati nazionali (e alla nostra Serie A) dai quali anzi trae candidati per licenze al torneo (anche pluriennali), come succede da anni in Eurolega basket.

Il progetto Super League è razionale in termini economici ma tuttora ingiudicabile dal punto di vista sportivo, per carenza di dettagli organizzativi. Ma se l’Uefa fosse stata meglio gestita negli ultimi anni, non saremmo probabilmente arrivati a questa inopinata rottura”.
(FONTE: LINKIESTA.IT)

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La Redazione