La conferenza stampa di Antonio Conte alla vigilia di Inter-Verona non è stata altro la copia delle precedenti. Ogni gara, ogni avversario nasconde delle insidie, a prescindere dal livello della rosa. A riempire quel quarto d’ora insieme ai giornalisti collegati le solite domande: quale futuro, cosa si farà dopo lo Scudetto, il rapporto con la società. Il mister non ha voluto rispondere, o meglio, ha risposto con un messaggio che ancora in molti tendono a sottovalutare: “Pensiamo al presente”. Sì, perché un presente così, un “percorso” così importante iniziato da quasi due anni, a Milano manca da tanto, troppo tempo. Ormai tutti abbiamo capito che Conte è un tecnico che piace vivere la quotidianità e che rimanda certi discorsi solo una volta raggiunto un obiettivo. Però in questo momento il suo pensiero risulta molto più forte di quelli che ha avuto in passato. Forse ritiene questo presente più importante per noi tifosi che per lui stesso. Il presente che stiamo vivendo è troppo importante. E va affrontato: Verona, Crotone, Sampdoria: 9 punti che, se arrivassero, porterebbero al traguardo. Ma per conquistare i punti, bisogna affrontare il presente. Conte il messaggio sembra averlo trasmesso alla squadra. E’ riuscito a trasmetterlo a noi?
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