Nelle ultime ore il presidente Steven Zhang è tornato dalla Cina. Dunque non solo non era scappato! (come qualcuno maliziosamente andava predicando). Si è invece tuffato subito sul lavoro. Insieme ai più stretti collaboratori sta già gettando le basi per la prossima stagione. Il periodo storico, complice la pandemia, non è certamente dei più favorevoli. Siamo certi però che, anche il prossimo anno, l’Inter sarà protagonista non solo in Italia, ma anche in Europa. Intanto crediamo che due piccoli record vadano giustamente sottolineati. Da quando esiste la Serie A, Steven Zhang con i suoi 29 anni, è il più giovane presidente a vincere uno scudetto. Inoltre per la prima volta nella storia, una proprietà straniera (in questo caso cinese) si aggiudica il titolo di Campione d’Italia.
Un nome una garanzia: Internazionale Milano
Due particolari che la dicono lunga sulle ambizioni dell’Inter che, se tutto procederà come ci auguriamo, potrebbe anche aprire un ciclo nei prossimi anni. D’altra parte è tutto scritto nel nostro nome di battesimo: Internazionale Milano. Chi è più internazionale di noi? E chi se non l’Inter avrebbe dovuto aprire le porte del successo ad imprenditori di un altro paese, tra l’altro anche abbastanza lontano?
Ma come sottolinea sempre giustamente mister Antonio Conte, pensiamo al Crotone che non ci regalerà nulla. Gli oltre 60 punti di differenza in classifica, in queste circostanze contano solo per le statistiche. Servirà umiltà e concentrazione perché è chiaro che il pallone per noi domani allo “Scida” avrà un peso superiore al normale. Poi andrà come andrà, festeggeremo domenica, oppure sabato prossimo, poco importa a questo punto. Quel che è certo è che lo faremo e dopo 11 anni sarà una vera liberazione. Attenderemo senza nessun tipo di ansia che venga alzato al cielo il Trofeo del nostro 19° scudetto.
Da Javier Zanetti a Samir Handanovic
Dopo il capitano per antonomasia: Javier Zanettii, stavolta l’uomo con la fascia al braccio sarà Samir Handanovic. Nessuno probabilmente lo merita più di lui che ha vissuto sulla sua pelle questi dieci anni tormentati. In questo periodo di ricostruzione dopo i fasti del triplete, qualche volta anche Samir è caduto insieme ai suoi compagni. Il punto più basso forse la sconfitta con l’Hapoel Beer Sheva nel 2016. Anche lui ha commesso qualche errore (ma chi non ne commette!). Ma ci ha messo sempre la faccia, non si è mai nascosto o tirato indietro.
Ha sempre creduto in quello che stava facendo ed ora, anche per lui, arriva quella soddisfazione a lungo attesa. Nelle ultime settimane, complice anche un pizzico di sfortuna, è stato spesso il bersaglio di qualche critica ingenerosa. Non ci sentiamo di condividere certi giudizi, dettati talvolta dalla tensione della gara. Il calciatore in generale ed il portiere in particolare, si giudicano sul lungo percorso, non su una partita o addirittura su un intervento. In questi anni abbiamo imparato ad apprezzare l’importanza di avere una sicurezza in mezzo ai pali. Un uomo serio, un leader silenzioso, un punto di riferimento sicuro e costante. Con la fascia al braccio alzala tu Samir! Alzala più in alto e falla vedere al mondo, perché è la tua storia che parla. L’hai meritata più di tutti, sarà il coronamento di un lungo inseguimento…è giusto così!
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