Bargiggia, lettera a Conte: “L’ho sempre criticato, però complimenti. Anche se…”

Lettera di Paolo Bargiggia ad Antonio Conte. “Caro Antonio Conte, io sono stato uno dei suoi più grossi detrattori, forse il più grosso tra i giornalisti sportivi italiani che hanno lavorato in grossi giornali e televisioni. Ma, a differenza del 90% almeno dei colleghi e quindi delle persone che vivono in questa epoca stupida e senza valori, io non sono ipocrita e nemmeno falso. Per me, l’onore vale almeno quanto la vita se non di più. Per questo, adesso che si prepara a festeggiare lo scudetto, riportandolo all’Inter dopo le gesta di Josè Mourinho, mi sento di farLe i complimenti.

Vincere all’Inter più difficile che da altre parti. Se poi hai la capacità di interrompere 9 anni di predominio Juve il merito è doppio ed acquista un significato simbolico dall’altissimo valore. Alla Juventus l’avevano messa nella condizione di lasciare. Questa è certamente una bella rivincita che va ascritta al suo carattere maledettamente motivato e tignoso, pertanto merita il mio apprezzamento. La nemesi è perfetta e sembra scritta da un bravo sceneggiatore: Lei, Conte che sta per riportare lo scudetto a Milano e Andrea Agnelli che invece sta vivendo il punto più basso della sua carriera.

Adesso che ho esaurito il pacchetto degli apprezzamenti, però Le ribadisco che se io fossi un presidente di un club calcistico non la ingaggerei mai. Lei costa troppo (un milione di euro netti al mese), il suo staff altrettanto e ha delle pretese, tecniche ed economiche che sono fuori dal tempo e dalla realtà; anche a causa degli allenatori incontentabili come Lei, il calcio è finito sommerso dai debiti.

C’erano prima del Covid e adesso sono soltanto di più. Poi, passiamo un attimo al piano tecnico: questo campionato, specie il girone di ritorno la sua squadra l’ha dominato; i meriti sono certamente i suoi ma anche il caso Le ha dato una grossa mano. Se a gennaio fosse andato in porto il suo progetto di far fuori Eriksen Perisic forse l’Inter non sarebbe cresciuta in qualità. Con il suo calcio così conservatore e fatto quasi esclusivamente di palla lunga a Lukaku, quel pizzico di qualità che Lei non voleva in campo, invece ha fatto la differenza. Con Lei sono cresciuti tanto Barella e Bastoni.

Ma fanno gridare allo scandalo gli acquisti da Lei voluti di Vidal Kolarov: quegli ingaggi buttati sono responsabilità sua. Come il tipo di gioco sviluppato che diverte poco lo spettatore neutro. Ha vinto in Italia, onore a Lei. Ma in mezzo a queste celebrazioni non possiamo dimenticare le due vergognose (per la storia dell’Inter) uscite dalla Champions nel girone. Quella di questa stagione con il quarto posto grida vendetta. Sono convinto che se non tornerà ad insegnare un calcio più offensivo e totale come faceva ai tempi del Siena per esempio con il 4-2-4, in Europa per Lei e per l’Inter sarà sempre più dura. Sempre che adesso la società abbia la forza e la volontà di andare avanti anche nella prossima stagione, con questa proprietà o con eventuali altri azionisti.

Sarebbe un peccato interrompere ancora una volta il sogno a metà. Ma sul futuro cinese dell’Inter io oggi non ci metterei la mano sul fuoco. Ma Lei e la squadra meritereste invece di poter continuare il lavoro anche nella prossima stagione. Magari, già che ci siamo mi permetto di darLe un consiglio sincero visto che faccio comunicazione da 30 anni almeno: quando parla di calcio in tv o in conferenza, si ricordi che non sta analizzando la possibile Terza Guerra Mondiale; sorrida, sdrammatizzi, non faccia quella faccia da gatto nero ad un funerale.

Indispone solo a vederLa, si figuri ad ascoltarla. Nell’era della comunicazione e dell’immagine, difficilmente ho visto fare peggio. E poi, un’altra cosa, mentre Le faccio ancora i complimenti per come ha saputo portare in porto una nave praticamente abbandonata nel mare dell’incertezza dalla discutibile proprietà cinese: non faccia più il paladino delle buone maniere, della sdrammatizzazione del calcio, del politicamente corretto e non si spieghi più ai giornalisti e al Mondo intero come bisogna comportarsi, perché Lei in questo mondo, con i suoi atteggiamenti, con le sue parole e fianco con il suo body language è il primo incendiario della lista. Va bene così, ma basta non fare i falsi moralisti. Io non lo sono e per questo Le ho scritto per complimentarmi a metà”.
(FONTE: PAOLOBARGIGGIA.IT)

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