Antonio Conte ha dato il via alla cavalcata leggendaria della Juve con 9 scudetti di fila, sempre lui l’ha chiusa, trionfando con i nerazzurri. Lui è fatto così. E conosce un solo verbo: vincere.
“Ora, tuttavia, il tecnico salentino se lo gode l’Inter – scrive Goal.com -. Che, per l’appunto, oggi festeggia aritmeticamente il suo 19° scudetto. Un trofeo che mancava dalla stagione 2009-2010 e che testimonia, parallelamente, come l’allenatore pugliese abbia qualcosa – eccome – in più degli altri.
Una vittoria dal sapore particolare, a maggior ragione dopo le scintille di febbraio in Coppa Italia con il presidente della Vecchia Signora – Andrea Agnelli – e lo stato maggiore zebrato.
Tra insulti e gestacci che testimoniano candidamente come, l’addio in pieno pre-campionato nell’estate del 2014, dalle parti della Continassa non sia ancora stato digerito. Sebbene, risultati alla mano, Madama sia riuscita ad andare avanti grazie alla guida certosina targata Max Allegri.
“Il campionato che stiamo facendo è figlio di una crescita costante che ha avuto questa squadra, sotto tutti i punti di vista. Siamo migliorati sul piano della mentalità, della condivisione, del vivere intensamente ogni partita, anche da parte di chi è meno coinvolto nell’ultimo periodo. Abbiamo capito l’importanza di poter fare qualcosa di straordinario quest’anno, di entrare nella storia dell’Inter e di riuscire nell’impresa di far cadere un regno. Questi ragazzi meritano tutte le soddisfazioni, complimenti a loro”.
In pochi, nonostante i grandi investimenti recenti proposti dal club nerazzurro, avrebbero potuto pronosticare un ruolino di marcia simile. Perché Conte, prediligendo come sempre i fatti alle chiacchiere, già nella passata annata calcistica era riuscito a dare un’identità ben definita all’Inter. Vedi il secondo posto rimediato in campionato e la finale d’Europa League persa contro il Siviglia.
Il resto è puro DNA di un vincitore seriale, uno che ha saputo trionfare in più piazze: dai tre scudetti conquistati alla guida della Juve, passando per la Premier League vinta con il Chelsea. E, adesso, il trionfo con l’Inter: progettato, sudato, con tanti saluti a una situazione societaria caotica da registrare nel breve e lungo termine.
Resta la netta sensazione, quindi, che l’Inter abbia messo a segno il colpo dei colpi. Un uomo pragmatico, dedito come pochi altri al lavoro, una personalità forte che – a tratti da solo – ha saputo gestire un quadro complicato ma mai sfociato nel naufragio. Perché, usando un vecchio slogan a lui caro, per Antonio vincere non è importante bensì è l’unica cosa che conta.
Conte, conta. E ha scelto di sposare l’avventura all’ombra del Duomo con un solo obiettivo. Ovvero: distruggere il castello zebrato, lo stesso che aveva contribuito a costruire. Missione riuscita, ed è musica per le orecchie del popolo della Beneamata. Che, così, si gode un tricolore dal sapore particolare“.
(FONTE: GOAL.COM)
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