Beppe Bergomi ha vinto da giocatore lo scudetto dell’Inter dei record con Giovanni Trapattoni nel 1989. A distanza di 32 anni, l’ex capitano nerazzurro ha vissuto questo successo da commentatore di Sky Sport. Le sue parole a La Stampa.
Qual è stata la forza principale della squadra di Antonio Conte?
“La continuità. Non ha mai avuto un momento di crisi. Anche le uniche due sconfitte, con Milan e Sampdoria, sono
arrivate al termine di partite che l’Inter avrebbe potuto vincere. L’unico vero momento di difficoltà è stato all’inizio quando Conte voleva proporre un gioco più offensivo, ma prendeva troppi gol. La vera svolta è arrivata all’andata col
Sassuolo, quando Conte è tornato al 3-5-2 e ha abbassato il baricentro, favorendo i difensori che sono bravi, ma soffrono quando vengono attaccati alle spalle”.
Questa Inter è stata spesso paragonata a quella di Trapattoni. D’accordo?
“In realtà mi sembra più simile a quella di Gigi Simoni che difendeva forte e aveva un fenomeno davanti. Proprio come questa squadra. Vedo analogie tra Conte e Trapattoni per il comune passato juventino. Antonio ha sempre detto che
lui è un professionista e il resto passa in secondo piano. Mi fa piacere che abbia fatto questo percorso. Adesso si renderà conto che vincere all’Inter è qualcosa di unico e speciale. Ma la squadra del 1988-89 era diversa per un semplice motivo: aveva Lothar Matthaeus. Non dico altro”.
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