Nicola Savino, conduttore di Radio Deejay e altre trasmissioni tv, e interista da oltre 40 anni, come avrà festeggiato lo scudetto? Lo racconta a La Repubblica Milano.
“A 53 anni ho scelto di stare a casa, sventolando le bandiere dal balcone, una piccola italiana, una dell’Inter, una sciarpa. Mi sono accontentato di vedere fiumi di macchine sotto casa, appena ne passava una mi commuovevo. Scientemente ho deciso di non andare in centro a far festa”.
“Perchè sono interista? Mi sono innamorato dell’Inter andando allo stadio, da 45 anni, prima andavo in curva, poi in tribuna arancio, poi rossa. Non è di famiglia, mi è venuto alle elementari e poi mia madre è diventata interista a causa mia”.
Quali ricordi nerazzurri ha?
“Il primo scudetto, 79-80, l’Inter di Bersellini, avevo 12 anni: indimenticabile. Era l’età delle figurine, dei poster, è stato molto forte. La partita col Napoli e lo stadio pieno di bandiere, e poi quell’anno l’Inter vinse e il Milan retrocesse in B, il massimo. E poi un grande ricordo che mi ha riavvicinato all’Inter in modo prepotente fu Ronaldo. La gioia di andare a vedere allo stadio cosa combinasse, è stato indimenticabile. Poi anche l’epopea da Mancini a Mourinho, il Triplete, le lacrime di tutti a Madrid. Sembrava ci fosse morto il gatto dal piangere come delle fontane per minuti interminabili”.
Che quota ha l’Inter nella sua vita?
“Grande. Per esempio ora, per caso, ho davanti il libro del centenario dell’Inter 1908-2008, un pallone nerazzurro, ho i cimeli in casa. Ho conservato le magliette delle varie annate, la cuffia che uso nello studio in casa è nerazzurra,. Ho un legame forte anche perché sono un nostalgico, mi piace il passato e il calcio e il tifo sono un legame con l’infanzia. Quando entro allo stadio mi batte il cuore e mi manca un sacco. E in questo senso ha qualcosa di struggente non potersi godere questo scudetto allo stadio”.
(FONTE: LA REPUBBLICA MILANO)
Lascia un commento