Il direttore sportivo dell’Inter, Piero Ausilio, è stato ospite di Sky Sport 24 rilasciando le sue prime dichiarazioni da campione d’Italia:
Ci racconta il festeggiamento di oggi? E quanto sono stati difficili questi anni?
“Non avevamo avuto occasione di festeggiare insieme in questi tre giorni, il mister aveva dato tre giorni di riposo. Avevamo voglia di abbracciarci. Dopo la tanta sofferenza in questi anni, c’è stato un po’ di sollievo. Il percorso è stato difficile: non è mai facile quando cambi 3 proprietà in 5-6 anni, sfido chiunque a raggiungere il successo in brevissimo tempo. Per Suning, il tempo è stato quello giusto: hanno avuto modo di conoscere la nostra realtà, riorganizzare la struttura societaria, scegliere un management, dare continuità a qualcuno – come nel mio caso – e tanti altri colleghi, con la scelta di Marotta come Ceo Area Sport e di bravi allenatori. Con Spalletti, per esempio, si è iniziato un percorso che ha riportato l’Inter in Champions League. Alla base di tutto c’è il gol di Vecino che ha cambiato le sorti dell’Inter e del nuovo progetto. Poi c’è stata la scelta vincente di ingaggiare Antonio Conte”.
Quando ha capito che poteva essere l’anno giusto?
“Non l’ho mai detto ma, per com’era finita stagione scorsa, avevo buone sensazioni che non potevano essere rese pubbliche. Sentivo che c’era qualcosa di speciale nell’aria ed era legato a ciò che avevo visto durante la stagione scorsa, conclusa con un secondo posto – accorciando tantissimo le distanze verso la Juventus – e con una finale di Europa League. L’anno scorso è stato molto positivo, poi non dimentichiamo che non ci siamo mai riposati, i ragazzi dopo una settimana preparavano già la nuova stagione. Un successo come questo è ancora più bello perché figlio di un progetto partito l’anno scorso e diventato vincente quest’anno”.
Futuro: Conte, rinnovi e la situazione dei big
Di cosa avete bisogno per mantenere la rosa a questi livelli o migliorarla?
“Intanto mi riposo, non è ancora arrivato il momento della programmazione. Per prima cosa ci sono ancora quattro partite: l’Inter ha vinto il campionato ma deve onorare il resto della stagione. Poi programmeremo con proprietà e allenatore il discorso sul futuro. Oggi è ancora vicino il successo e vorremmo ancora godercelo, dividendolo con i nostri tifosi nei prossimi giorni”.
Come si fa a creare un ciclo vincente e virtuoso?
“Io fino ad ora mi ero occupato solo di quello virtuoso, posso dirti come si lavora con Fair Play Finanziario, Settlement Agreement, prestiti senza obbligo di riscatto: su questo sono esperto. Ora siamo riusciti a vincere. Dovremo essere in grado di mantenere la qualità della squadra tenendo conto dell’aspetto economico-finanziario e delle difficoltà che vedete tutti”.
Conte ha trasformato l’Inter con la mentalità vincente ed è diventato più sereno dopo Villa Bellini. Forse si è trasformato anche lui. Concorda?
“Non so chi sia il proprietario di quella villa, ma con tutta la pubblicità penso che il valore di quell’immobile sia diventato di grande importanza (ride, ndr). È stata fatta passare come una resa dei conti, ma è qualcosa che nel quotidiano avviene sempre. Prima dell’incontro nella Villa ci eravamo già confrontati in Germania”.
Marotta ha detto “meglio prendere un giocatore in meno ma un grande allenatore”: sposa la linea?
“Assolutamente. Conte è un valore aggiunto e penso che ogni squadra debba essere prima organizzata e strutturata partendo da un allenatore. Se sei all’Inter serve mentalità, capacità: le pressioni che abbiamo qui non sono uguali a quelle delle altre squadre. Solo Conte poteva gestire queste pressioni, ed è lui che ha fatto la differenza. ma oltre a lui ci sono persone competenti: il suo staff, area medica, comunicazione, management. Conte è valore aggiunto di un gruppo di lavoro molto importante“.
Quando progetterete il futuro?
“Non penso ci sarà un meeting con quella pubblicità. Ci sarà un incontro fra qualche giorno, ma succede in tutte le società. Ci organizzeremo per pianificare la stagione nel modo più riservato possibile, senza troppa mediaticità”.
Sarà difficile convincere Conte?
“Il mister, come tutti noi, ha voglia di confermarsi. Ognuno di noi ha solo voglia di migliorare, crescere, ma dobbiamo essere realisti e onesti con tifosi e allenatore. Sono situazioni economico-finanziarie causate dalla pandemia e da una crisi globale, ed è evidente che i ricavi siano stati inferiori alle aspettative. Giochiamo in uno stadio che faceva una media di 60mila spettatori e non abbiamo il pubblico a sostenerci da più di un anno. Viviamo di ricavi che vengono utilizzati per investimenti su calciatori. Se vengono a mancare servono fantasie e idee per migliorare la squadra, più che la disponibilità economica”.
I big restano?
“Vincere ci piace, vorremmo continuare a farlo. So perfettamente quali sono i giocatori più importanti e fondamentali del club, cercheremo di fare in modo che i migliori possano restare e far coincidere qualità squadra dal punto di vista tecnico con esigenze club da un punto di vista economico. Non posso fare nomi, adesso voglio godermi il successo”.
Qual è la situazione rinnovi?
“Nel caso di Bastoni dobbiamo formalizzare qualcosa che abbiamo già discusso, non cambia aspettare 10-15 giorni. Quando ci metteranno davanti il nuovo progetto finanziario del club definiremo tutto: quella di Bastoni è una della prime questioni che risolveremo. La situazione di Lautaro non rappresenta un problema, però eravamo a buon punto e con il cambio di agente dobbiamo ricominciare un lavoro quasi dall’inizio“.
L’emozione di Zhang e la resurrezione di Eriksen
“Il presidente era molto emozionato domenica. Dalla Cina forse non aveva ben chiara l’emozione di poter vincere e vivere uno scudetto all’Inter. Domenica ho trovato una persona molto emozionata, orgogliosa e felice di ciò che aveva fatto: non è da tutti e non è per tutti vincere così giovane e in così poco tempo”.
“Eriksen è un professionista pazzesco, ha sorpreso anche noi. Lui è arrivato all’Inter, in un nuovo campionato e in un Paese diverso, ed il torneo si è subito fermato per 2-3 mesi, poi abbiamo ricominciato a giocare ogni tre giorni, non ha potuto lavorare tantissimo quindi sul credo tattico di Conte. Ma ora che l’abbiamo ritrovato siamo felicissimi di commentare il suo contributo alla causa dell’Inter in termini di risultato e obiettivo finale”.
Mourinho alla Roma
“Sposterà tantissimo, parliamo di un grandissimo allenatore che farà molto bene all’ambiente di Roma e ci saranno ritorni positivi per tutto il nostro sistema. Mourinho è personaggio positivo, darà positività a tutti, oltre che per i risultati del campo, anche per quello che è personaggio. Sono felice di ritrovare Mourinho in Italia. Se abbiamo mai pensato di riportarlo all’Inter? Non c’è mai stata la possibilità, intanto perché lui ha sempre lavorato per sua fortuna. Noi, inoltre, siamo partiti con un percorso complicato all’inizio e non eravamo una società pronta a riaccogliere Mourinho, abbiamo portato avanti un percorso diverso, poi lo abbiamo definito e reso vincente due anni fa con Antonio Conte”.
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