Partono da oggi i colloqui tra la società ed i tesserati dell’Inter. Tanto il clamore suscitato da questo appuntamento, quasi che fosse solo la società Campione d’Italia ad avere problemi di liquidità in questo momento storico. Anche in piena pandemia si conferma la tradizione, chiamiamola così, che vuole la Beneamata al centro del tam-tam mediatico.
Come ha sottolineato a più riprese Giuseppe Marotta, il calcio sta viaggiando sopra le proprie possibilità. E’ arrivato pertanto il tempo di affrontare la situazione con decisione e responsabilità. L’abbattimento dei costi dovrà essere il mantra di tutte le società nei prossimi mesi. Il rischio è quello di incorrere in pesanti sanzioni, o peggio in dolorose penalizzazioni o squalifiche. Fa specie che in Italia si parli solo dell’Inter, come se le altre navigassero nell’oro. Sappiamo invece che tutte, forse solo in Napoli potrebbe essere in minori difficoltà, vanno avanti a fatica. Prima o poi tutti dovranno fare i conti con la realtà. Responsabilmente il presidente Steven Zhang ha messo al primo punto della sua fitta agenda, la questione degli emolumenti dei tesserati. In cuor suo probabilmente spera in una soluzione, certo non indolore, ma comunque ragionevole.
Calciatori e staff tecnico potrebbero anche rinunciare a parte degli stipendi (forse uno o al massimo due). Sarebbe un atteggiamento di straordinario attaccamento, ma al momento sembrerebbe poco probabile. Ha maggiori possibilità di successo la teoria della “spalmatura”. Ovvero diluire nei prossimi anni degli stipendi più onerosi, facendo slittare leggermente in avanti quelli più leggeri, se così li possiamo chiamare. La società riuscirebbe comunque ad abbassare il debito a breve, potrebbe lavorare con maggiore tranquillità ed i tesserati non perderebbero nulla di quanto pattuito. D’altra parte anche per loro si apre un dilemma non semplice da risolvere. Quasi tutti hanno dei contratti firmati prima di una imprevedibile pandemia.
Potrebbero chiederne il rispetto e dovrebbero essere accontentati e quindi chiedere di andarsene. Ma siamo così sicuri che altrove troverebbero le stesse cifre e lotterebbero per traguardi importanti?
Siamo convinti che si possano trovare delle soluzioni in grado di salvare, come si dice in questi casi, “capra e cavoli”. Anzi, l’ambiente potrebbe uscire addirittura rafforzato da questa passaggio difficile e nuovo per tutti. Non resta che attendere e rimettersi alle capacità e all’intelligenza dei nostri dirigenti, calciatori e tecnici. Dopo una stagione come questa sarebbe pazzesco dover ripartire con un nuovo progetto. Non vogliamo neanche pensare all’azzaramento di tutto ciò che di buono si è visto in questi ultimi due anni.
Vogliamo invece vedere il bicchiere mezzo pieno e già da oggi speriamo di ricevere i primi segnali positivi. Sarebbe un piacere continuare a guardare al futuro con rinnovata fiducia.