Alla scoperta del neo tecnico nerazzurro. La Gazzetta dello Sport traccia un Simone Inzaghi tra campo ed extra.
“Sulle regole Inzaghi non transige minimamente: Romelu Lukaku avrà sentito i racconti del fratello Jordan, spedito con disonore in tribuna per un ritardo prima di Juve-Lazio dell’estate 2020”.
“Il rapporto costruito alla Lazio è stato con quasi tutti quasi simbiotico: dalle lunghe chiacchierate (e non solo sul calcio) alle cene organizzate per rinsaldare l’ambiente. Avvengono costantemente con lo staff per preparare le singole partite, ma spesso e volentieri a tavola ci sono anche i giocatori. Con Ciro Immobile Simone si è spinto pure più in là: ha diviso le vacanze di Natale 2019 a Dubai”.
“Tutto avviene in condivisione: numeri e video compaiono direttamente sul cellulare dei collaboratori nello stesso momento. E pure sugli schermi dei giocatori ecco in tempo reale i dati raccolti in allenamento e le indicazioni per gli esercizi personalizzati. Lo scambio di informazioni è, quindi, rapido: in una parola, smart”.
“Lavora sempre col pallone e sulla tecnica individuale, ma concede qualche libertà in più. Il 3-5-2 dei due tecnici è solo in apparenza lo stesso perché c’è una applicazione differente. Si passa da giocate altamente codificate a una maggiore fantasia concessa ai giocatori di talento. Luis Alberto, ad esempio, ha avuto maggiore possibilità di creare di quanto concesso a Christian Eriksen nell’ultima stagione. Secondo il metodo Inzaghi, un giocatore come il danese può diventare centrale: avvicinarlo alla porta per tentare più la giocata e il tiro sarà la sfida della stagione”.