Daley Blind, difensore dell’Olanda e dell’Ajax, ex compagno di Christian Eriksen, anche lui, come il danese, ha subito in campo un arresto cardiaco tempo fa, tornando all’attività agonistica regolarmente, con l’impianto di un defibrillatore.
“Le immagini di Copenhagen, con Christian sdraiato sull’erba, hanno avuto un grande impatto su di me. Quelle immagini erano familiari per me. Era di nuovo così reale, ecco perché è stato così emozionante. Ho dovuto scavalcare un grosso ostacolo mentale prima di riuscire a giocare il giorno seguente. Tutte le emozioni sono venute fuori. Sono orgoglioso di me stesso di essere riuscito a giocare così a lungo nella partita contro l’Ucraina. Sono orgoglioso di averlo fatto, ma non è stato facile.
“Quando è successo a me, il mondo intero mi diceva che ero finito come giocatore, che non sarei stato in grado di tornare di nuovo in campo. Ed ecco dove sono adesso. Per questo motivo, dico a tutti: lasciate Christian in pace. Io mi sentivo pronto e mi sono sentito a mio agio a tornare in campo una volta ottenuto il via libera dai medici dell’ospedale e dal personale medico dell’Ajax.
Non c’era motivo per cui non potessi giocare di nuovo ai massimi livelli. La cosa più importante è che devi sentirti libero nella tua testa. Una volta che i medici ti dicono che sei a posto per giocare di nuovo, senti solo la tensione e l’eccitazione del gioco, non la tensione della paura. La scatolina nel cuore è lì: magari la senti quando vai a letto, ma durante il giorno non te ne accorgi di averla, io nemmeno ci penso.
La scatola è diventata parte di me e la cosa più importante è che mi dia una sensazione di sicurezza. Ma è stato così difficile mentalmente per me. Quando hai un infortunio al ginocchio, vivi in una specie di bolla per un certo numero di settimane; ma sai quando puoi tornare in campo, in casi così no. Non hai una data sulla quale concentrarti. Quello che ti infastidisce di più, comunque, sono tutte le persone che ti dicono che la tua carriera è finita e che non giocherai mai più. Non si rendono conto di quanto faccia male”.