L’esito della trattativa Lukaku al Chelsea appare ormai scontato, e in casa Inter sale il malcontento verso la proprietà da parte dei tifosi e probabilmente anche degli stessi dirigenti, che non avevano messo in conto la cessione del belga e che continuano a ritenersi contrari ad un’operazione voluta fortemente da Suning.
Il Corriere della Sera propone una riflessione sui piani di Zhang e sul fatto che, arrivati a questo punto, non si possa più utilizzare la pandemia come attenuante per quella che ha i contorni di una smobilitazione. Perché Lukaku era il simbolo della rinascita interista, di un progetto vincente che ha riportato lo Scudetto sulla sponda nerazzurra di Milano 11 anni dopo, interrompendo l’insopportabile egemonia della Juventus. “Venduto lui c’è la luce verde per aprire alla dismissione di tutti, senza eccezioni. La linea della famiglia Zhang non prevede incedibili, nessuno doveva esserlo più del capocannoniere nerazzurro delle ultime due stagioni”.
Zhang ha dimostrato che non esistono incedibili e che la priorità va all’aspetto finanziario e ad incassare il più possibile. I risultati sportivi vengono decisamente dopo. Quasi pleonastico sottolineare come Marotta e Ausilio siano parecchio infastiditi: si sono sentiti scavalcati e “non volevano vestire i panni dei liquidatori del club”. “La pandemia, i guai finanziari di Suning, le decisioni del governo cinese, hanno concorso: non giustificano tutto. Lottare per il quarto posto dopo lo scudetto non era accettabile per Conte”. Lo sarà per Inzaghi?
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