Lautaro Martinez si appresta a vivere la sua quarta stagione in maglia nerazzurra. A Milano è esploso, diventando uno degli attaccanti più interessanti d’Europa, ma la sensazione è che questa sarà l’annata in cui il Toro dovrà definitivamente consacrarsi, assurgendo a leader dei Campioni d’Italia diventati da poco orfani del suo compagno di reparto, Romelu Lukaku. Nello specifico, il numero 10 nerazzurro si troverà davanti ad un terzo ciclo con l’Inter, che coincide con gli allenatori che hanno guidato i nerazzurri da quando è sbarcato a Milano. Ripercorriamo insieme la sua storia con la maglia della Beneamata, a cinque giorni dall’esordio in campionato dei suoi compagni contro il Genoa.
All’ombra di Icardi…
Lautaro, arrivato a Milano nell’estate del 2018, ha trascorso la sua prima stagione agli ordini di Luciano Spalletti e da vice di Mauro Icardi, all’epoca attaccante titolare e perno del progetto nerazzurro. Dal compagno argentino il Toro ha imparato molto e, come raccontato in diverse interviste, Icardi lo ha aiutato ad ambientarsi nella nuova città e nel nuovo spogliatoio. La stagione d’esordio, come sottolinea La Gazzetta dello Sport, fu condita da alti e bassi: il gol al Napoli a Santo Stefano, per esempio, ma anche qualche tensione con il tecnico toscano. Spalletti, ancorato al dogma del 4-2-3-1, provò molto raramente la coppia d’attacco formata da Lautaro e Icardi. Il primo riuscirà a trovare spazio solo nel momento del caos generato dal secondo, chiudendo la stagione con 9 gol in 35 presenze.
La Lu-La, la storia, il trionfo
L’arrivo a Milano di Antonio Conte e Romelu Lukaku hanno rappresentato senza dubbio una svolta decisiva nella carriera di Lautaro Martinez. Il tecnico salentino, infatti, ha puntato da subito in maniera decisa su quel ragazzo argentino ancora considerato acerbo da molti, piazzandolo di fianco al belga e mettendo su una delle coppie d’attacco più forti della storia nerazzurra: la Lu-La. Nelle ultime due stagioni, il Toro “si è trasformato in un’arma letale: 21 gol e 11 assist alla prima stagione accanto al belga contro le 19 reti e gli 11 assist di quella successiva coronata dalla conquista dello Scudetto. Due annate praticamente in fotocopia in cui ha preso forma quella “Lu-La” capace di collezionare in tutto la bellezza di 104 gol. Grazie a loro, l’Inter si è ritrovata con due giocatori sopra quota 15 reti in campionato per la prima volta dalla stagione ’58-’59, abbastanza per entrare di diritto nella storia delle più grandi coppie gol della storia nerazzurra”. Sarà per sempre ricordata come la coppia del diciannovesimo Scudetto.
Oltre al grande feeling fuori dal campo, Lautaro e Lukaku si completavano reciprocamente anche e soprattutto per caratteristiche tecniche. “I movimenti di Big Rom si sono rivelati ideali per esaltarne le caratteristiche tecniche e tattiche, dandogli l’opportunità di esprimersi al meglio. Gli spazi aperti da Lukaku e l’abilità nel gioco di sponda sono serviti da innesco per i tagli e gli inserimenti del Toro, che gravitando accanto al gigante belga ha trovato la propria dimensione trasformandosi in un cecchino. La personalità e il carisma del belga sono poi stati la molla necessaria per far crescere Lautaro senza quel carico di responsabilità che avrebbe potuto risultare eccessivo per un ragazzo poco più che ventenne”.
La nuova sfida: Toro, sei pronto ad essere leader?
Non è ancora dato sapere chi sarà il nuovo partner d’attacco di Lautaro: al momento ad Appiano è arrivato Edin Dzeko, che a 35 anni – seppur continui ad essere un calciatore eccezionale – non può essere considerato il titolarissimo dell’attacco nerazzurro. E infatti Marotta e Ausilio vogliono chiudere un altro colpo in attacco. Zapata? Correa? Insigne? Ognuno con caratteristiche diverse, ma con un punto in comune: il leader dell’attacco sarà Lautaro Martinez. Con tutta probabilità, il Toro avanzerà anche il suo raggio d’azione, ricoprendo il ruolo di prima punta pura che già svolge egregiamente con la maglia dell’Argentina, quando a ruotargli intorno è un certo Leo Messi.
Il numero 10 “è chiamato ad assumersi nuove responsabilità indossando un vestito inedito, sia in campo che nello spogliatoio. Il ruolo di primo tenore nell’orchestra di Inzaghi sarà dell’argentino, che dovrà dimostrare quanto vale anche senza quel compagno grazie a cui è letteralmente esploso”. Ma “il nuovo carico di responsabilità non può certo spaventare chi ha da poco conquistato il trono del Sudamerica appropriandosi di quella “9” albiceleste che pesa come un macigno, ma Lautaro dovrà sapersi adattare al nuovo vestito tattico che Inzaghi gli cucirà addosso in base ai futuri schemi d’attacco. Quella all’orizzonte sarà per il Toro la stagione di una nuova svolta“. Con uno sguardo al rinnovo contrattuale: lo merita e sarebbe delittuoso non concederglielo. La sua nuova veste, da leader assoluto, passa anche dalla scrivania di Viale della Liberazione. Il Tottenham potrebbe presentare una mega offerta per lui in caso di cessione di Kane, ma l’Inter per ora resiste e mercoledì è in agenda un incontro con il suo procuratore, Alejandro Camano, propedeutico a una possibile intesa per il rinnovo.
I tifosi nerazzurri, ancora feriti dall’addio di Lukaku, si aggrappano a Lautaro e ripongono in lui le speranze di nuova gloria: sì, il Toro è pronto a questo nuovo ruolo. Deve solo dimostrarlo a tutti, con la ferocia agonistica e la classe che lo contraddistingue.
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