Tutti gli interisti hanno ancora negli occhi la splendida prestazione di Hakan Calhanoglu nella prima giornata di campionato, sabato scorso contro il Genoa. Un gol, un assist e tanto altro: il turco è apparso già totalmente calato nei meccanismi nerazzurri, risultando sempre al centro del gioco, vivacizzandolo e rendendolo costantemente frizzante.
Il punto debole del numero 20 interista, tuttavia, è sempre stato la continuità di rendimento. Già al Milan, infatti, il turco era spesso criticato dai tifosi rossoneri per la quantità di pause cui andava incontro durante la stagione, alternando partite eccezionali ad altre in cui i voti in pagella erano largamente insufficienti. Questo aspetto ha fin qui impedito a Calhanoglu di conquistarsi lo status di top player. La missione di Simone Inzaghi sarà proprio quella di riuscire ad instradare il turco verso uno step mentale, più che tecnico (le doti, in questo caso, sono fuori discussione).
Hakan è arrivato all’Inter con un compito importante: quello di sostituire Eriksen e far coppia con Barella e Brozovic, che nelle ultime due stagioni hanno rappresentato le certezze – in quel reparto – per Antonio Conte. Sin da subito, Inzaghi non ha celato la grande soddisfazione per l’ingaggio del turco da parte di Marotta e Ausilio. Nella sua testa, si dice da tempo, c’è l’idea di replicare l’importanza che Luis Alberto aveva nella sua Lazio. Parliamo di giocatori diversi, certo, ma sono i numeri di gol e assist a dover diventare simili, uniti alla capacità di velocizzare il gioco grazie ad una indiscutibile qualità, offrendo soluzioni offensive variegate. Calhanoglu dovrà diventare un pilastro della nuova Inter di Inzaghi: il suo mister, d’altronde, è il primo a crederci fermamente. La speranza è che Hakan cominci a dimostrarlo già da stasera a Verona, replicando gli alti livelli espressi all’esordio.