Ma non eravamo morti? Bilancio serio, ma non troppo, dopo le prime due gare di campionato

Archiviate le prime due gare della stagione, nel pieno della sosta per le nazionali, abbozziamo un primo bilancio in casa nerazzurra. Nonostante in estate tutte le cassandre abbiamo intonato i più cupi de profundis, con un’Inter in disarmo e fatalmente destinata ad un campionato anonimo, la classifica ci vede in testa. E’ presto dirà qualcuno per cantare vittoria. E’ vero, per carità, ma intanto avere 4 punti di vantaggio sulla Juventus non è poca cosa. Ma non è questa la prima buona notizia. Il clamore semmai è suscitato dal fatto che giochiamo in undici, come i nostri avversari.

Mi spiego meglio: dopo l’addio di Hakimi e Lukaku, leggendo certa stampa ed ascoltando taluni opinionisti, sembrava chiaro che l’Inter fosse condannata a scendere in campo con due uomini in meno. L’opinione prevalente, la verità scolpita nel marmo, la certezza assoluta, era una sola: senza quei due la Beneamata non esiste e farà molta fatica. Capirete lo stupore di tutti noi poveri cristi quando, all’annuncio delle formazioni all’esordio contro il Genoa, abbiamo fatto due conti. E’ venuto fuori che in campo c’erano undici ragazzi con la nuova maglia nerazzura (tra l’altro a mio parere molto bella). Già quella è stata una novità interessante. Poi vedendoli giocare abbiamo capito che tutte le dicerie, le illazioni, le polemiche, erano del tutto pretestuose. La squadra esprime un calcio ben fatto e con interpreti di primissimo ordine.

La conferma nella trasferta di Verona, nella quale con un secondo tempo di altissima qualità abbiamo schiantato la resistenza degli avversari. Una squadra quella scaligera che, ne siamo certi, farà un percorso più che dignitoso in questo campionato. Onore al nuovo tecnico Simone Inzaghi ed al suo Staff che stanno svolgendo un lavoro certosino e certamente non facile. L’esercito dei gufi e dei critici, che indossano le maglie di alcune squadre che ben conosciamo, hanno subito fatto partire una delle tante leggende metropolitane. La sciocca diceria, secondo la quale il tecnico piacentino sarebbe molto fortunato, potendo contare su un’impostazione del gioco ampiamente collaudata dal suo predecessore Antonio Conte.

Facciamo notare che sono gli stessi che fino a pochi mesi fa accusavano l’allenatore leccese di essere troppo difensivista e non adeguato ai palcoscenici europei. Ora che non c’è più è diventato un fenomeno e chi ne ha preso il posto può vivere di rendita. Naturalmente mister Simone Inzaghi va dritto per la sua strada e non si cura affatto di certe sciocchezze. Il mister però è consapevole che si tratta di sassi lanciati, così a casaccio, in mezzo alla strada. Ora non colpiscono nessuno, ma possono sempre creare problemi e scossoni. Forse non a breve scadenza, ma in altri momenti più delicati, quando sarà chiamato a gestire situazioni diverse da quelle attuali. Per il momento comunque ce la godiamo.

Dzeko non ha perso tempo e dall’alto della sua classe ha subito dimostrato di che pasta è fatto. Calhanoglu si è inserito velocemente nel gruppo, presentandosi come meglio non avrebbe potuto. Del Tucu Correa è quasi inutile parlare, per lui parlano le due reti all’esordio e, da buon argentino, la sua voglia di Inter che sfiora la follia. Dumfries lo abbiamo ancora visto poco, deve entrare nei meccanismi, ma il ragazzo è di valore e farà la sua parte. Salutiamo con piacere il ritorno alla piena efficienza di Vidal, Sensi e Vecino, se per tutta la stagione potremo contare anche sulle loro prestazioni, ci sarà davvero da divertirsi. Nell’attesa di valutare lo svolgimento del campionato continuiamo a fare ciò che ci riesce meglio, essere dalla parte della nostra squadra. Come voi Io Tifo Inter e sono orgoglioso dei nostri colori.

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