ESCLUSIVO – Bordon: “Mi rivedo in Handanovic: al minimo errore la critica lo attacca! Ecco chi mi diede il soprannome ‘Pallottola’…”

Con la Beneamata ha indossato la casacca da portiere per ben 382 volte: già questo dato fa capire bene il rilievo che ha nella Storia dell’Inter. Parliamo di Ivano Bordon (a sinistra nella foto insieme al sottoscritto Emilio Vittozzi), che iotifointer.it ha incontrato in esclusiva per i suoi lettori.

Bordon, quali sono le differenze fra il tuo calcio e quello di oggi?
“Da quando giocavo io ed adesso, sono cambiate tante cose: l’ambiente, la società, i calciatori, i tifosi. Prima vivevi con più semplicità anche nei rapporti tra tutte le componenti; oggi tutto è più schematico ed effimero.
Preparazione, gioco e rapporti sono totalmente diversi: basta constatare le visite dei calciatori ai club”.

Da quando hai smesso, hai riscontrato portieri simili a te?
“Penso che ognuno ha il proprio stile, la propria tecnica, però se devo fare un nome direi Handanovic, almeno per il suo modo di non aver mai fatto polemiche in campo e fuori; poi il modo delle qualità tecniche siete voi tifosi che dovete giudicare”.

Il tuo portiere di riferimento?
“Il mio portiere di riferimento è stato Lido Vieri, con il quale sono cresciuto e dal quale ho appreso stile e tecnica. Per giunta è anche un amico”.

bordon

Parlaci del tuo soprannome, “pallottola”…
“Pallottola” me lo diede Sandro Mazzola dopo la partita di Coppa dei Campioni contro il Borussia Mönchengladbach, dove parai anche un rigore. Me lo mise per la velocità ed esplosività che avevo”.

Un tuo giudizio su Samir Handanovic?
“Secondo me Handanovic è un buonissimo portiere, l’ha dimostrato e perciò penso che sia sempre positivo per la squadra; quindi, potrà aiutare ancora i compagni anche se la critica lo attacca al minimo errore”.

Come vedi l’Inter 2021/2022?
“Vedo l’Inter ancora protagonista per lo Scudetto (sarebbe la seconda stella per la Beneamata…); in Champions penso che supererà il primo girone. Poi tutto è possibile…”.

Un tuo ricordo dell’Inter di quegli anni?
“Ho avuto la fortuna di crescere con i resti della Grande Inter, vincere nel ’70/’71 e, poi, far parte dell’Inter di mister Eugenio Bersellini vincendo lo Scudetto ’79/’80 con una squadra tutta italiana! Un grande gruppo di ottimi giocatori ed amici con i quali trascorre ancora delle piacevoli serate”.

Che ricordo hai della tifoseria nerazzurra?
“I tifosi mi sono sempre stati vicini e mi hanno sempre aiutato anche nei momenti difficili. Ho avuto la possibilità di andare nei club quando giocavo ed ancora adesso vado e mi trovo molto a mio agio. Come da voi in Campania, ho ancora il calore dei miei tifosi. Grazie a tutti”.

PS. Grazie a te, caro Ivano, educato, affabile e, negli ultimi due incontri, disponibile con i rappresentanti e le delegazioni degli Inter Club di Ariano Irpino, “Battipaglia Nerazzurra”, Benevento, Casoria, Grottaminarda, Isola d’Ischia, Montecalvo Irpino, Montella, Mercato San Severino, Napoli, Ottaviano, Piedimonte Matese, Pietradefusi, Pontecagnano, Postiglione, Solofra, Torre del Greco, Tusciano, Vallesaccarda ed, ovviamente, Portici!

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