La sconfitta di ieri contro il Real Madrid brucia, inutile nascondercelo. Perché è immeritata, ma anche perché alimenta un senso di frustrazione che si somma a quello delle ultime tre edizioni, caratterizzate da tante partite ben giocate ma poco produttive in termini di punti. C’è una sorta di maledizione Champions che deve essere senz’altro sfatata, con maggior cinismo e cattiveria sotto porta e dunque con la capacità di capire e gestire i momenti che solo le grandi hanno.
Tuttavia, nonostante quello di ieri abbia tutti i tratti di un film già visto, rappresenta un unicum nella tradizione interista da quando il club è tornato in Champions League, nel 2018. Nelle ultime tre edizioni, infatti, l’Inter all’esordio aveva collezionato una vittoria (2-1 sul Tottenham) e due pareggi (1-1 con lo Slavia Praga, 2-2 con il Borussia Monchengladbach): non aveva mai perso. Il lettore penserà: “Bella consolazione!”. Vero. Ma ci sono state annate in cui la sconfitta all’esordio era stata rimediata contro il Trabzonspor, non con il Real Madrid.
Il riferimento è alla stagione 2011-12, l’ultima in cui l’Inter aveva incassato un ko nella prima partita. Ricordate come finì? Tre vittorie nei successivi tre match, poi un pareggio e una sconfitta. L’Inter chiuse quel girone da prima classificata, approdando così agli ottavi di finale, nonostante la gara d’esordio sembrasse il preludio al dramma sportivo. Insomma, ci sono altre cinque partite a disposizione: nulla è perduto per una squadra che vuole finalmente liberarsi della maledizione e raggiungere quella fase ad eliminazione diretta che manca ormai da dieci anni.