L’Inter, ad oggi, non ha un bomber. E non è colpa di Simone Inzaghi. In estate, infatti, il club nerazzurro ha sostituito Romelu Lukaku, attaccante da 30-35 gol stagionali, con Edin Dzeko e Joaquin Correa. Il bosniaco ha messo insieme 13 reti nella passata stagione, mentre il Tucu – da sempre – non è riconosciuto esattamente come goleador: ha altre caratteristiche. Ancora una volta, i numeri non mentono: l’argentino è arrivato in doppia cifra stagionale solo nelle ultime due annate: 10 gol nel 2019-20, 11 nel 2020-21. Prendendo in considerazione soltanto il campionato, Dzeko viene da 7 gol realizzati, a fronte degli 8 di Correa.
Insomma, il fatto che l’Inter si sia enormemente indebolita in termini realizzativi (anche la partenza di Hakimi pesa come un macigno sui gol e gli assist) non è e non deve essere una novità. Era qualcosa di risaputo. Ciò non toglie che Inzaghi possa sopperire con il lavoro e in due modalità: creando un gran numero di occasioni e migliorando il cinismo dei suoi giocatori sotto porta. Se il primo obiettivo è stato finora centrato, è sul secondo che bisogna evidenziare le maggiori criticità.
Tolti i primi due impegni nei quali l’Inter aveva realizzato ben 7 gol contro Genoa e Verona, dopo la sosta le due battute d’arresto contro Sampdoria e Real Madrid fanno riflettere. Come evidenzia Tuttosport, infatti, l’Inter ha messo insieme ben 26 tiri segnando soltanto 2 gol, se consideriamo che il gol di Dimarco è arrivato da calcio piazzato. Nel match contro i blucerchiati si sono registrati 8 tiri, 3 in porta, e i nerazzurri sono andati a segno su azione soltanto con Lautaro Martinez, sciupando occasioni clamorose con lo stesso Toro, con Calhanoglu e con il mancato assist comodo di Perisic a Dzeko. Contro il Real Madrid, ben 18 conclusioni totali e 5 verso lo specchio: nessun gol.
E allora, oltre a un bottino di reti che dovrà necessariamente arrivare dai centrocampisti, serve che tutti e quattro gli attaccanti dell’Inter salgano di livello. Lautaro dovrà definitivamente consacrarsi sotto porta, scollinando agevolmente quota 20 gol stagionali (19 e 21 nelle ultime due stagioni). Per Dzeko il discorso è diverso poiché l’età è diversa: non gli si può chiedere di ritornare quell’attaccante da 40 gol stagionali visto a Roma nell’annata di grazia 2016-17. Tuttavia, anche lui può fare meglio: ha le abilità tecniche per farlo, quelle non invecchiano. Soprattutto, un grosso contributo dovrà arrivare da Correa e Sanchez: il Tucu dovrà concludere di più verso la porta ed è chiamato a disputare la sua miglior stagione in termini realizzativi nonostante, lo ripetiamo, non sia mai stato un bomber implacabile. Il Nino Maravilla, che ancora ha totalizzato zero minuti a causa dell’infortunio in Coppa America, ha segnato finora solo 11 gol in due anni di Inter: troppo poco.
Tutti e quattro, in ogni caso, hanno le potenzialità per fare meglio e scambiarsi vicendevolmente gol e assist. Alla mancanza del totem si può sopperire solo con una proficua cooperazione. Solo così l’Inter potrà continuare a coltivare speranze di grandeur.
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