Continuano i problemi per il gruppo Suning in patria che, inevitabilmente, si riversano anche sul presente e futuro dell’Inter. L’azienda fondata da Zhang Jindong, infatti, ha già subito un durissimo colpo dalla situazione di Evergrande e dal suo possibile default miliardario: Suning aveva infatti anticipato 2,6 miliardi di euro al colosso del settore immobiliario sottoscrivendo delle quote di Evergrande Real Estate. Queste stesse azioni, adesso, valgono l’80% in meno: un investimento devastante in negativo per le casse dell’azienda proprietaria dell’Inter.
Come se non bastasse, Il Sole 24 Ore informa a proposito di una sentenza della Corte di giustizia di Hong Kong: i debiti corporate vanno saldati. Ovunque e da chiunque. “Great Matrix vanta un credito da 250 milioni di dollari nei confronti del presidente dell’Inter, Zhang Kangyang, più noto come Steven e, in solido, del padre Zhang Jindong, fondatore di Suning. Le banche cinesi creditrici su consiglio degli avvocati ora guardano anche ai beni personali che il presidente dell’Inter potrebbe avere in Italia. Quelli di suo padre in Cina sono già stati congelati per tre anni e al termine del salvataggio Jindong, 58 anni, si è dimesso da tutte le cariche operative dell’impero Suning”.
L’Inter, in questo senso, dovrebbe essere “al sicuro”, poiché le azioni del club nerazzurro sono custodite nella cassaforte in Lussemburgo: l’azionista di controllo diretto dell’Inter è Grand Tower, una nuova holding lussemburghese, che detiene il 68,55% della società. I creditori, in ogni caso, adesso guardano agli altri beni di Steven Zhang in Italia, ovunque essi siano. “Il trentenne figlio prediletto, educato negli Stati Uniti alla prestigiosa Wharton School, da anni responsabile della divisione internazionale di Suning, a Milano si è integrato molto bene vivendo una bella vita, belle macchine, bella casa“.