La partita con l’Atalanta di sabato scorso aveva evidenziato criticità nella fase difensiva dell’Inter ma anche alcune ottime trame offensive, oltre ad essere ritenuta bellissima da spettatori neutrali in quanto a intensità e ritmi. Ecco, stasera è stato esattamente l’opposto: 90 minuti davvero noiosi, ritmi molto bassi da ambo le parti, pochezza quando c’era da offendere. Possiamo dire senza troppi dubbi di aver assistito alla peggiore Inter della stagione, lontana parente di quella vista anche nelle partite senza vittorie con Sampdoria e Atalanta ma, per rimanere in campo europeo, estremamente diversa da ciò che ha mostrato contro il Real Madrid.
Skriniar e Pyatov eroi di serata
Entrambe le squadre hanno avuto poche occasioni a disposizione. Se alla vigilia ci si attendeva una partita scoppiettante rispetto a quelle dell’anno scorso, anche Roberto De Zerbi – come il predecessore Luis Castro – ha optato per un atteggiamento conservativo che non è propriamente nelle corde del tecnico ex Sassuolo. C’è da dire, però, che all’interno di un match piatto, sono stati gli ucraini ad avere i guizzi migliori, segnatamente nel primo quarto d’ora del secondo tempo. Proprio in questo lasso di tempo è salito in cattedra Milan Skriniar, che almeno in tre occasioni ha salvato la porta nerazzurra dagli attacchi avversari: prestazione straordinaria, quello dello slovacco, che si è trasformato in vero e proprio muro, permettendo all’Inter di uscire con un punto da Kiev.
Lo stesso discorso può essere applicato anche all’esperto portiere dello Shakhtar Donetsk, Andriy Pyatov. Nel finale di partita, l’Inter ha lanciato due segnali di vita, con uno splendido tiro di Joaquin Correa prima e con un pericoloso stacco di testa di Stefan De Vrij poi. In entrambi i casi, il 37enne estremo difensore ucraino si è rivelato decisivo e, pure lui, ha consegnato un punto ai compagni. Il fatto che i due migliori in campo siano interpreti di reparti difensivi, d’altronde, la dice tutta sul brutto spettacolo andato in scena nella seconda giornata di Champions League.
Delusioni
Nell’Inter, i tre difensori si sono confermati una sicurezza. Ha deluso invece Denzel Dumfries, chiamato a replicare lo splendido esordio contro il Bologna che era rimasto negli occhi dei tifosi nerazzurri: l’olandese è stato timido, rendendosi protagonista anche di diversi errori tecnici. Troppi, poi, i gol sbagliati da Lautaro e Dzeko: due palle gol nitide per il Toro, una clamorosa per il bosniaco. È una vecchia e sempre valida regola del calcio: in partite del genere, così tattiche e serrate, non ci si può permettere di fallire le poche occasioni nitide che si presentano sul tuo cammino. L’Inter lo ha fatto, così come lo ha fatto – ancora contro lo Shakhtar – lo scorso anno: il risultato è il terzo 0-0 consecutivo.
La classifica non è tragica, ma…
Se analizziamo pragmaticamente la situazione guardando la classifica, la qualificazione agli ottavi non è ancora preclusa, vero. Ci sono quattro partite a disposizione degli uomini di Inzaghi per sovvertire questo ennesimo, negativo avvio in Champions League. Tuttavia, i risultati raggiunti fino a questo momento ricordano i cammini delle scorse edizioni e, in particolare, i risultati ottenuti contro Real Madrid e Shakhtar Donetsk sono gli stessi della passata stagione: sconfitta contro i Blancos, pareggio a reti bianche contro gli ucraini. Coincidenza (?) quanto meno sinistra.
L’Inter però, più che ai numeri poco rassicuranti, deve guardare a se stessa e a come migliorarsi: con l’atteggiamento di oggi la strada, in negativo, è segnata. La prestazione molto negativa di oggi non va dimenticata, ma analizzata in tutte le sue sfaccettature per apportare le necessarie e obbligatorie migliorie. Il campionato è lungo, il cammino nel girone pure. Ma adesso, in entrambe le competizioni, le partite cominceranno a pesare davvero. L’Inter, e Inzaghi, agiscano di conseguenza.
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