Ogni sosta, insieme al senso di malinconia che comporta, rappresenta pure uno spunto di riflessione su quello che è stato, fino a questo momento. Certo, ottobre è troppo presto per proiettarsi verso giudizi definitivi e perentori, ma può essere un mese utile per analizzare le prime statistiche e trend evidenziati in questi due mesi scarsi.
L’Inter, con 17 punti in classifica (frutto di 5 vittorie e 2 pareggi) è posizionata al terzo posto in Serie A, -2 dal Milan secondo e -4 dal Napoli primo. Rispetto all’anno scorso, i nerazzurri hanno 5 punti in più: l’Inter 2020-21, infatti, a questo punto aveva collezionato 3 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. La squadra di Conte era al settimo posto, a 5 punti di distacco dal Milan capolista. Per quanto riguarda i gol fatti, oggi i Campioni d’Italia vantano il miglior attacco della Serie A: sono ben 22 le reti realizzate (contro le 16 della scorsa stagione). Passando alla difesa, spesso nelle ultime settimane i tifosi hanno giustamente esternato un certo malcontento e disagio per la fragilità e i troppi gol subiti: sono 8 in 7 partite. L’anno scorso si partì ancora peggio: ben 11 le reti incassate nello stesso numero di incontri.
Certo, in questo tipo di analisi bisogna tener conto del fatto che, nella stagione passata, l’Inter riuscì a trovare la quadra soltanto a novembre inoltrato, mutando radicalmente lo stile di gioco e diventando quasi imperforabile in difesa, pur senza sacrificare la fase offensiva (saranno 89 le reti realizzate a fine campionato, secondo posto solo dietro ai 90 dell’Atalanta). Tuttavia, si tratta di numeri confortanti per Simone Inzaghi che, a dispetto di un mercato estivo nel quale la priorità della proprietà era incassare il più possibile, sta tenendo la barra dritta nonostante alcune criticità e lacune (in particolare difensive, come detto) evidenziate nelle prime 9 partite stagionali, se annoveriamo nel conteggio anche le 2 di Champions League contro Real Madrid e Shakhtar Donetsk.
La nuova Inter, inoltre, può vantare due primati in Serie A non fini a se stessi, bensì simbolici e particolarmente evocativi riguardo al carattere di questa squadra. Una è legata ai punti ottenuti in rimonta: dato direttamente collegato alle trasferte affrontate dai nerazzurri. Fatta eccezione per la gara di Marassi contro la Sampdoria – quando è stata l’Inter ad essere rimontata per ben due volte perdendo altrettanti punti – la squadra è andata sotto in tutte le altre partite lontano da San Siro: a Verona, a Firenze e a Reggio Emilia. Le tre rimonte, come evidenzia il Corriere dello Sport, hanno un comun denominatore: sono avvenute tutte nel secondo tempo, nonostante la situazione sembrasse particolarmente critica. Se a queste partite aggiungiamo quella casalinga contro l’Atalanta – riacciuffata dopo l’1-2 bergamasco – sono ben 10 i punti recuperati da situazioni di svantaggio.
A questo dato è direttamente correlato con un altro: l’Inter è prima per quanto riguarda i gol dei subentranti, che si attestano a quota 6. Nello specifico, Dzeko – capocannoniere della Serie A in coabitazione con Immobile – ha segnato metà delle sue reti partendo dalla panchina: doppietta al Bologna, più la rete importantissima nell’ultima partita contro il Sassuolo valsa l’1-1 e l’avvio della vittoriosa rimonta. A questi si può aggiungere la marcatura di Vidal nella prima giornata di campionato contro il Genoa, oltre alla doppietta – nella partita successiva – di Correa, con la quale la squadra di Inzaghi è riuscita ad espugnare Verona.
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