Nuovo stadio, ecco tutti gli step. Ma non mancano gli ostacoli: Suning, Sala e…


La nuova elezione a sindaco di Giuseppe Sala e le sue dichiarazioni a proposito del progetto nuovo stadio hanno messo nuovamente in moto le diplomazie per giungere alla fase esecutiva. Per Inter e Milan, l’impianto significherebbe una svolta economica e d’immagine, anche perché le casse – in particolare quelle nerazzurre – piangono: il passivo di bilancio è il più alto della storia del calcio italiano, ben 245 milioni. Per questo, come specifica La Gazzetta dello Sport, “lo stadio che prenderà il posto del Meazza, che secondo le proiezioni dovrebbe portare nelle casse dei club circa 120 milioni a testa a stagione, è una necessità non più rimandabile”.

Gli step

Il progetto è partito nel novembre 2018 ed inizialmente prevedeva l’abbattimento del Meazza ma, dopo le resistenze della politica milanese, è stato modificato, accettando di conservare una parte dell’attuale stadio che verrà “destinata a funzioni sportive e di intrattenimento per la cittadinanza” (questo avrà un costo di 73 milioni in più rispetto alla demolizione, la cui spesa si sarebbe aggirata intorno ai 43 milioni.

I progetti in lizza sono due: “La Cattedrale” di Populous (strafavorito) e “Gli Anelli” di Manica-Sportium. Entrambi hanno proposto un impianto da circa 60-65mila spettatori. “Uno ha preso ispirazione da Duomo e Galleria e l’altro che prevede due anelli separati e intrecciati, sono stati presentati due anni fa. Sono stati visti e rivisti ed entro la fine del 2021 sapremo quale sarà la nuova arena di Inter e Milan. Per costruirla ci vorranno 500 milioni di euro, per il resto del distretto di San Siro, con ben 106mila metri quadrati di verde, ne serviranno altri 700″. In totale, fanno 1,2 miliardi: questa la cifra che la società nerazzurra e rossonera divideranno per due.

Il primo step da superare è rappresentato dall’ok della Giunta comunale (che verrà comunque rinnovata, nonostante Sala sia stato riconfermato come primo cittadino del capoluogo meneghino) e della conferenza dei servizi della Regione relativa a centro commerciale che sorgerà nella stessa area. Il secondo step, che Inter e Milan sperano si possa concretizzare entro la fine del 2021, è legato alla scelta definitiva del progetto, quindi fra Populous e Manica. Il terzo step sarà quello del progetto esecutivo. “Un maxi cantiere che darà lavoro ad almeno 3.500 persone con l’obiettivo di consegnare il nuovo impianto ai due club nel 2025“. Solo dopo che le due squadre avranno disputato il primo incontro all’interno dell’impianto, si passerà alla costruzione della zona commerciale, in 36-48 mesi.

Gli ostacoli

Il primo interrogativo riguarda l’attuale proprietà dell’Inter. Se dal Milan bisogna registrare insistenza sul progetto (in particolare nella figura di Scaroni), il club nerazzurro non ha rilasciato note ufficiali. Vero che nell’ultimo incontro Steven Zhang ha ribadito a Beppe Sala l’intenzione di proseguire, ma in questo – alla luce delle criticità emerse dalla situazione di Suning anche in Cina – è quanto meno lecito chiedersi se l’azienda cinese possa investire 600 milioni di euro per il maxi-progetto.

Ci sono, poi, le note perplessità del sindaco Sala. La Repubblica ne elenca tre in particolare: “La prima è l’opposizione dei residenti. La seconda riguarda l’area del progetto sportivo-immobiliare: è di proprietà pubblica sulla quale il Comune concede un indice di edificabilità inferiore a quella prevista dalla legge sugli stadi. Infine, c’è il destino del vecchio Meazza: su richiesta della giunta, Milan e Inter hanno presentato un progetto per cui non verrà demolito del tutto, ma trasformato in uno spazio tra centro sportivo e area verde. Da qui ripartirà la trattativa, con Milan e Inter che attendono di essere convocati a breve“.

Da non tralasciare neppure la posizione contraria dei Verdi. La situazione, dunque, resta complessa e intricata, caratterizzata da diversi pezzi del puzzle di difficile incastro.

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