Beppe Marotta ha partecipato al Festival dello Sport di Trento organizzato dalla Gazzetta dello Sport all’incontro ‘Inter tra presente e futuro’. “Quando abbiamo capito di poter vincere lo Scudetto? Un momento preciso in cui pensavamo di avercela fatta non c’è, la valutazione positiva è stata fatta nel momento della vittoria contro la Juve in casa: lì abbiamo capito di poter recitare un ruolo da protagonisti e di poter arrivare lontani. E’ merito di tutti”.
“Il tecnico non intravedeva un percorso comune. Fa parte dello sport e della vita, se una persona decide di interrompere un rapporto, bisogna avere rispetto e guardare avanti con ottimismo. La sua decisione non era prevedibile, ci ha spiazzato: lì devi agire con tempestività scegliendo il profilo adatto sul mercato: Inzaghi è giovane e dalla sua ha un percorso significativo con la Lazio. La tempestività è stata quella di bloccarlo nottetempo presentando il nostro programma che è stato sposato immediatamente. Abbiamo identificato un profilo che ricalcasse il solco tracciato da Conte con una visione di squadra che non doveva essere stravolta”.
“La mia esperienza in questi decenni mi porta a dire che non bisogna mai fidarsi di niente e di prepararsi negli imprevisti. Si è arrivati al fatto che Lukaku ha manifestato l’intenzione di essere ceduto al Chelsea e quindi non si può non accettare e rispettare la sua volontà. Io non mi sono sentito tradito, abbiamo valutato le opportunità, come quella di introiettare una cifra importante per le casse del club. Abbiamo fatto valere la nostra richiesta e realizzato una bella operazione”.
“Dzeko era un obiettivo prioritario già dalla scorsa stagione e grazie alle circostanze favorevoli lui godeva di una promessa della Roma che gli avrebbe concesso la lista gratuita al momento di un’offerta. C’è stata facilità anche grazie alla serietà della Roma, che ha mantenuto la promessa”.
“La famiglia Zhang negli anni ha profuso 700 milioni, è normale rivedere le situazioni economiche: bisogna arrivare alla valorizzazione delle risorse e al contenimento dei costi. La tranquillità l’abbiamo avuta con due cessioni che hanno messo in sicurezza il club: siamo molto tranquilli e cerchiamo di individuare i nostri obiettivi, gli stessi dell’anno scorso, con grande ottimismo”.
“La escludiamo assolutamente. Voglio tranquillizzare i nostri tifosi che sono grandi appassionati: l’Inter esiste ed esisterà nel futuro. La competitività è garantita e nel calcio non vince chi spende di più. Esiste il patrimonio delle risorse umane composto da giocatori, allenatori, dirigenti”.
“E’ uno dei casi in cui da talento si diventa campione. Io ho avuto a che fare con tanti talenti: Cassano è stato un fesso, da talento non è mai diventato campione, non ho mai avuto calciatori più forti di lui. Ma non aveva obiettivi, una visione precisa della professione. Barella ha dimostrato di affermarsi sempre più con continuità e oggi ci troviamo davanti ad un campione: è giusto gratificarlo economicamente per quanto ha fatto. Non è un rinnovo, è una gratificazione: è giusto adeguarlo ad una fascia importante di giocatori. Se potrà diventare capitano? Sarebbe bello, Handanovic ha la sua età: il capitano è una qualifica che non si regala, bisogna avere le qualità professionali e umane per essere un leader. Barella può cominciare a diventarlo”.
“E’ stato tutto fatto velocemente: io ho annunciato l’addio al sabato e il giorno dopo il presidente Zhang mi ha mandato un messaggio invitandomi ad un confronto. Mi ha preso in contropiede, io avrei voluto dopo otto anni magari riposare: ma ho colto questa opportunità al volo, l’Inter è una grande società.
“Credo nello Scudetto quest’anno? Assolutamente sì, la missione è regalare la seconda stella ai tifosi”.
“Voleva portarmi all’Inter. Lui aveva bisogno di un giovane come me: l’alternativa era Dalcin. Con Pellegrini ho una grande amicizia: dico meno male che non mi ha preso, io mi sarei bruciato. Se avessi colto l’Inter a 25 anni mi sarei perso: non avevo la consapevolezza di oggi. Ho fatto un percorso graduale partendo dalla provincia fino all’Inter: è stato un percorso fortunato”.
“Poteva venire all’Inter, ancora oggi non ha firmato con la Juve… Ma sicuramente firmerà, oggi è nelle condizioni migliori per rappresentare il futuro della Juve. Quando si ventilava uno scambio Icardi c’è stata questa possibilità”.
“Sta dimostrando con i fatti di essere un giocatore che rappresenta il presente e il futuro. Ha grandi qualità calcistiche e umane: il suo futuro non può che essere splendido, mi auguro sia all’Inter. Noi faremo di tutto, a breve annunceremo il rinnovo che metterà le basi del futuro”.