La pausa per le nazionali ha prodotto la protesta di Maurizio Sarri, che nella conferenza stampa di ieri si è lamentato del fatto che i suoi giocatori trascorrono molto tempo nei rispettivi Paesi: “Si allenano più in nazionale che nei club. Non è più il mio calcio, questo, ora è uno show in cui tutti i partecipanti cercano di spremere gli appassionati per fare soldi. Le soste? Ho sempre un certo tipo di timore perché arrivano giocatori che si sono allenati e hanno giocato in otto, nove modi diversi. Staccano la spina, seguono altri concetti e non è scontato che riescano a riattaccarla subito nei club”.
Il tema è stato trattato dal direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, che definisce l’Inter come la squadra più penalizzata: “Fifa e Uefa si sono trasformate in organizzatori compulsivi di eventi, abbandonando il ruolo di regolatori e organi di controllo del sistema. In fondo la pensiamo come Sarri, ma è vero che proprio il calcio-business consente ad allenatori e giocatori di guadagnare cifre un tempo considerate impensabili. Curiosa, ancorché non sospetta, è la tempistica del lamento: stavolta, almeno in teoria, il più penalizzato non è Sarri, bensì il suo avversario che ha ricevuto i sudamericani poche ore prima della partita“.
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