In attesa del Derby di Milano, c’è chi sorride e chi ha dei rimpianti

Il Milan affamato riprende, con il carattere e il gioco, una partita che sembrava persa. Contro l’Hellas. L’Inter irritante, perde una partita che sembrava già vinta sulla Lazio.

Sabato irresistibile, potrei scrivere ridicolo, per gli arbitri, Irrati a Roma e Prontera a Milano, ma questo è un virus che resiste a qualunque vaccino. Pioli tiene la classifica e ritrova Ibra, Inzaghi si smarrisce tra nostalgie ed errori. L’Inter ha buttato via la partita quando ha avuto la presunzione di poterla vincere senza affanno. L’ha buttata via Inzaghi che ha creato confusione nei cambi, anzi ritardando quello di Dzeko che per un’ora è stato un fantasma all’Olimpico, l’ha buttata via per questo viziaccio del nostro football quando esige che il pallone venga messo fuori se un calciatore stramazza a terra.

Soltanto l’arbitro può e deve fermare la partita, ogni altro gesto si presta a equivoci o risse. Sono stati gli interisti a proseguire l’azione dopo l’intervento di Leiva su Dimarco, poi hanno perso il gioco e in contropiede i laziali hanno colpito. L’ha buttata via anche l’arbitro Irrati, incapace di colpire e di castigare, in piena confusione nella fase finale quando sono saltati i nervi agli interisti e Lautaro andava espulso per l’aggressione a Felipe Anderson, così come Dumfries per una doppia ammonizione evitata. Il rosso è toccato a Luis Felipe che alla fine ha avuto la voglia di sfottere gli avversari.

L’Inter è stata sicura e pratica fino al rigore del pari di Immobile, poi si è avvitata su se stessa, dando segni di fragilità nervosa e di indisciplina tattica, dunque smarrendo quelle che sono le sue qualità principali. La Lazio non ha scippato nulla, pur giocando male per un’ora, con la responsabilità di Sarri che nulla ha compreso del gioco nerazzurro sugli esterni, insistendo nell’impiego di Hysaj che è una mina vagante per la terza linea biancazzurra ma forse svolge funzioni particolari per il tecnico toscano.

I tre gol puniscono l’Inter, la squadra si è sciolta nell’ultima mezzora, in deficit di fiato e di nervi, insieme con il caos tattico. I segnali per la Champions di martedì contro lo Sheriff non sono positivi, mentre il Milan a Porto non ha alternative alla vittoria.

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