Il soprannome “Derby d’Italia” per designare la sfida fra Inter e Juventus è in voga da ben 54 anni. Fu coniato da Gianni Brera nel 1967 per designare una rivalità che non nasce su base cittadina o regionale, bensì si espande su tutto il territorio nazionale. Nerazzurri e bianconeri, inoltre, dal 1980 fino al 2006 saranno le uniche due squadre a non essere mai retrocesse in Serie B: un dato che rinfocolerà il soprannome, conferendo prestigio alla sfida. Da 15 anni, ormai, il prestigio in questo senso si è trasferito tutto su un lato: quello interista.
Oggi, però, si può utilizzare una nuova accezione per parlare di Derby d’Italia, direttamente legata alla Nazionale azzurra. Saranno ben sette i campioni d’Europa in campo domani: gli interisti Bastoni e Barella; gli juventini Bonucci, Chiellini, Locatelli, Chiesa, Bernardeschi. Se a questi aggiungiamo i giocatori che abitualmente vengono convocati arriviamo a dieci: i nerazzurri Sensi e Dimarco, il bianconero Kean. La sfida di domani, quindi, sarà certamente osservata speciale dal ct Roberto Mancini, che potrà vedere all’opera, l’uno contro l’altro, diversi dei suoi ragazzi.
Bastoni vs. Bonucci e Chiellini: passato, presente, futuro
Il difensore nerazzurro è erede designato per la Nazionale di quella che è ormai la coppia fissa da un decennio. Primo sostituto quando uno dei due è assente o non al meglio (come nella recente Nations League), ha ammesso di imparare costantemente i segreti difensivi dalla coppia juventina. Nelle ultime due stagioni, Bastoni è stato fondamentale per l’Inter di Conte, guadagnandosi il posto da titolare come terzo di difesa a sinistra praticamente alla prima apparizione. Oggi, il numero 97 attraversa un momento di appannamento: ha commesso alcuni errori insoliti durante la prima parte di stagione e contro lo Sheriff si è accomodato in panchina lasciando il posto all’altro azzurro Dimarco, nonostante poi – al momento dell’ingresso in campo – il suo contributo sia risultato molto utile. Bastoni, in ogni caso, ha tutte le caratteristiche del grande giocatore e del grande difensore: il futuro, dell’Inter e della Nazionale, è tutto suo.
Come conferma La Gazzetta dello Sport, “Bastoni sarà un caposaldo difensivo nella Nazionale degli anni Venti, ma la difesa azzurra poggia ancora su Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, eroi di Wembley assieme a Donnarumma nella finale dell’Europeo. Bonucci e Chiellini sono il passato che non vuole saperne di passare, Bastoni è il futuro che ancora non è arrivato. Qui Mancini attraversa un tempo sospeso e osserverà Bastoni con maggiore attenzione, degli altri due conosce tutto”.
Barella vs. Locatelli: che duello a centrocampo!
Inter e Juventus si godono i propri gioielli azzurri in mezzo al campo. Nicolò Barella è certamente più avanti rispetto a Manuel Locatelli: ha già vinto uno Scudetto con il club e un Europeo con la Nazionale da protagonista e titolarissimo, mentre l’ex Sassuolo è ancora a secco di trofei con le proprie squadre e in azzurro, nonostante una splendida doppietta contro la Svizzera, si è accomodato in panchina durante la fase ad eliminazione diretta.
Mancini, ad oggi, non li ha schierati spesso in campo dall’inizio: più che di incompatibilità per caratteristiche, pesa la titolarità indiscussa di Jorginho e Verratti. Tuttavia, “l’Italia ha vinto 11 delle 14 partite in cui i due hanno trascorso assieme un tempo ampio o breve. Due i pareggi e una sola sconfitta, contro la Spagna nella recente semifinale di Nations League, ma lì sono stati insieme per un quarto d’ora scarso, uno scorcio minimo. Uno dei gol di Locatelli contro la Svizzera, a giugno nella prima fase dell’Europeo, è arrivato su invito di Barella“.
Sono centrocampisti moderni, di grande qualità. Certo, il sardo già da da due anni è la stella del centrocampo nerazzurro, mentre Locatelli sta cercando di diventarlo per la Juventus. O probabilmente lo è già. “I due appartengono allo stesso ceppo di centrocampisti, quello degli universali. Sanno fare tutto, ma più di ogni altra cosa si inseriscono e “sentono” la porta, sia da lontano, con tiri potenti, sia da vicino, perché possiedono il senso del rimpallo, della cattura della palla vagante. Molti hanno l’impressione che Locatelli palleggi meglio e che Barella corra di più, però sono sensazioni sbagliate, smentite dai report analitici. Secondo i dati della Lega, Barella in Serie A è primo negli assist, con cinque “servizi” vincenti, e figura “soltanto” undicesimo nella graduatoria dei chilometri percorsi, con una media di 10,915 a incontro. Ingannevole è l’immagine del Barella maratoneta e basta, l’interista nella fase offensiva evolve in trequartista aggiunto e temporaneo“.
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