La nuova Inter di Simone Inzaghi ha le facce luminose di Calhanoglu e di Dzeko, ma anche il piede sciagurato di Denzel Dumfries, perché se i primi due fanno dimenticare le gesta di Lukaku e dello sfortunato Eriksen, l’olandese non può essere certo l’erede di Hakimi, anzi crea il pasticcio che rovina la serata nerazzurra, anche se per capire il guaio che aveva combinato gli uomini della Var devono ricorrere alle proiezioni ortogonali.
Questo il racconto di Inter – Juventus de Il Giornale.
Edin Dzeko è la ciliegina sulla torta, simbolo della concretezza di una società che pensa forse più al presente che al futuro ma che non ha avuto remore a sostituire il totem Lukaku con un giocatore di 35 anni che ad Appiano sembra aver trovato l’elisir dell’eterna giovinezza, puntuale, implacabile su ogni palla gol. Sette in nove giornate, roba da record in maglia nerazzurra perché si scomodano i confronti con Milito e Ronaldo e Branca, tutti numeri 9 che hanno debuttato nell’Inter con questo ritmo anche se il primato di 10 reti nelle prime 9 giornate di Istvan Nyers resta impresa d’altri tempi.
Ma la nuova Inter è anche nel piede lunatico di Hakan Calhanoglu che nella sera giusta si toglie di dosso il torpore che l’ha accompagnato in questi suoi primi mesi nerazzurri, come se l’ombra lunga del Milan avesse pesato sulla nuova maglia del turco. Ma Calha, si sa, è fatto così, magari va in letargo per due-tre partite, poi sfodera quei colpi che fanno parte del suo repertorio e va a inventare il tiro (anche baciato dalla fortuna con la deviazione di Locatelli) che rompe la partita sbattendo sul palo di Szczesny e rimbalzando a portata del rapace Dzeko. Anche se alla fine l’altra faccia della nuova Inter ha rovinato tutto.