Dopo una partenza a razzo con 5 gol nelle prime 7 partite di campionato, il rendimento realizzativo di Lautaro Martinez si è inceppato. Nulla di grave, sia chiaro: un semplice calo di forma dovuto anche ai viaggi in Sudamerica che lo vedono protagonista in ogni sosta per le nazionali. In Serie A, il Toro è rimasto a secco contro Lazio (da subentrante), Juventus (partita negativa), Empoli (brutto primo tempo, risalita nel secondo con tanto di assist per Dimarco) ed Udinese (da subentrante).
In Champions League, invece, l’argentino fresco di rinnovo fino al 2026 non si è ancora sbloccato, nonostante sia partito da titolare in tutte e tre le sfide contro Real Madrid, Shakhtar Donetsk e Sheriff. In generale, ha siglato una sola rete nelle ultime dieci sfide. Di certo si tratta di un caso, di mancanza di lucidità sotto porta, non di problemi psicologici: Lautaro, nelle stagioni passate, ha segnato in sfide e in palcoscenici di primaria importanza, come in casa dello stesso Real nel 2020 o al Camp Nou nel 2019. Nessun dubbio, da questo punto di vista. A maggior ragione, dal Toro ci si attende una notte da leader: in Moldavia questa sera si riprenderà il posto da titolare e sarà lui, insieme al suo partner d’attacco Dzeko, a dover prendere per mano l’Inter e consentirle di fare un passo in più verso quegli ottavi di finale che mancano da dieci anni.
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