Sono trascorsi cinque mesi da quel maledetto 12 giugno 2021, giorno di una tragedia sfiorata ma anche di una difficilissima battaglia vinta. Ma oggi cosa fa Christian Eriksen? La Gazzetta dello Sport dedica un ampio focus sull’argomento. “Ad Appiano è tornato solamente il 4 agosto, per riabbracciare i compagni (c’era ancora Lukaku…) e salutare Inzaghi. Da allora fa la spola tra Milano – dove il figlio più grande è iscritto all’asilo e dove capita di incontrarlo in bici nei parchi del centro – e la sua Odense, in Danimarca. Curiosità vuole che Chris si sia ritrovato a essere vicino di casa dello stesso Inzaghi, in zona Moscova. Tra le persone che frequenta, alcuni milanisti. Oltre a Simon Kjaer, il primo a consolare la moglie Sabrina in campo durante quegli attimi tremendi, i manager Casper Stylsvig e Alex Rasmussen. Eriksen ha approfittato del tempo libero anche per visitare il nostro Paese (si è recato sul Lago di Garda e a San Fruttuoso, in Liguria).
Il centrocampista danese non può allenarsi in alcuna struttura, poiché servirebbe un certificato di idoneità all’attività sportiva che, come noto, al momento non può avere visto che gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Ma è proprio questo apparecchio che gli consente di poter fare cyclette o tapis roulant a casa.
Il futuro
Proprio dalla presenza o meno del defibrillatore dipende la possibilità di giocare nuovamente in Italia. “Il futuro calcistico del 29enne di Middelfart verrà deciso soltanto dopo gli esami cardiaci che verranno effettuati al Rigshospitalet di Copenaghen entro fine anno per stabilire se c’è una possibilità di rimuovere il defibrillatore. In Italia, con un dispositivo tale, non si può giocare. Se quindi dopo gli esami cui si sottoporrà tra poco in Danimarca si deciderà di mantenerlo (soluzione che al momento pare caldeggiata anche dallo stesso giocatore, per tranquillità personale), sarà addio all’Italia e all’Inter. Nei Paesi anglosassoni e scandinavi invece le norme sono diverse. Tanto che, senza riscontri (anzi, sono fioccate le smentite, pure su uno scambio col portiere Onana…), sono partite le prime voci su un ritorno all’Ajax. Dove peraltro l’amico Blind gioca proprio con un defibrillatore”.
Con il suo ex club, comunque, non ci sono ancora stati dei contatti e, per un eventuale ritorno, Eriksen dovrebbe accettare di ridurre in maniera drastica il suo attuale ingaggio da 7,5 milioni netti all’anno.
La posizione dell’Inter
L’Inter ha dimostrato piena vicinanza al giocatore fin dal pomeriggio del 12 giugno. “Il club proprietario del cartellino si è comportato da subito con grande signorilità, proteggendo il ragazzo e rispettando il suo bisogno di riserbo. Lo staff medico è in continuo contatto con i colleghi danesi che seguono l’evolversi della situazione. Fermo restando che la priorità è legata all’aspetto umano, inevitabilmente vanno fatti anche dei ragionamenti economici”.
“Nell’ultima relazione di bilancio, il club non ha escluso una sua cessione (con relativa minusvalenza) qualora il giocatore ottenesse l’idoneità in altri Paesi e ha spiegato che il valore del calciatore non è al momento noto”. In caso di inattività forzata, invece, l’Inter teoricamente avrebbe diritto a chiedere la risoluzione del contratto che scade nel 2024. Ma questa è un’ipotesi che nessuno si augura. Perché la gioia di rivedere in campo il giocatore, con la maglia nerazzurra o meno, prescinde da ogni logica economico-finanziaria.
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