Hakan Calhanoglu, centrocampista arrivato in nerazzurro nel corso dell’ultima sessione estiva da svincolato, si è raccontato in un podcast pubblicato da 433. Il numero 20 ha ripercorso tutta la sua carriera, svelando anche il motivo per cui ha scelto di giocare per la Turchia (Paese d’origine di suo padre) e non per la Germania (dove è nato): “Ho dovuto scegliere la nazionale per cui giocare, ma ho sempre pensato di voler giocare con la Turchia e sono orgoglioso di aver scelto così. Prima mi dicevano sempre che, se avessi giocato per la Germania, sarei potuto finire all’Inter o al Barcellona, invece sono andato con la nazionale turca e sono comunque all’Inter. Se credi in te stesso puoi arrivare ovunque. Ricordo che eravamo con tutta la mia famiglia, è arrivato il giorno di decidere e ho chiesto a tutti, poiché volevo sapere cosa pensassero. Mi hanno detto che sarebbe stata meglio la Turchia, io stesso amo il mio Paese e volevo giocare per la Turchia: la scelta è stata facile”.
Una curiosità, poi, sulla sua abilità nei calci piazzati: “Per metà è talento, per metà è lavoro. Il mio allenatore al Waldhof Mannheim mi ha allenato molto e mi diceva che sarei potuto diventare un grande tiratore da fermo se avessi lavorato sodo. Devi sempre lavorare, se hai la tecnica il resto arriva”.
Dopo aver raccontato le esperienze al Karlsruhe, all’Amburgo, al Bayer Leverkusen e al Milan, Calhanoglu ha anche parlato della recente scelta di lasciare i rossoneri: “Il mio contratto stava finendo ed il mio agente stava lavorando per me. Sono stato bene quattro anni al Milan, rispetto tutti, ho ancora tanti amici lì. Sono riconoscente al Milan, non ho problemi con loro, ma ho deciso così perché volevo una nuova sfida, scegliendo insieme alla mia famiglia”.
Calhanoglu ha così deciso di restare a Milano, sposando il nerazzurro: “Sono felice, l’Inter è un grande club: ha vinto l’ultimo campionato e gioca in Champions. C’è tanta concorrenza, tanti giocatori forti: è una grande sfida. L’Inter è stata molto gentile con me. Ricordo quando mi ha chiamato l’allenatore: mi ha voluto, così come il direttore Ausilio. Sapevo già da prima che l’Inter fosse una squadra forte, anche perché hanno vinto molti derby contro il Milan: vincevano molto di più. E così mi sono detto: “Dai l’Inter, è un’ottima scelta”. Inoltre conoscevo la lingua, potevo restare in città, dove conosco e amo le persone. Ho parlato con la famiglia e mi hanno detto che dovevo andare. Il primo giorno è stato molto bello ma ero solo, perché molti erano con le nazionali. Giorno per giorno sono arrivati tutti e mi hanno accolto molto bene”. Sono due, in particolare, i giocatori con i quali ha legato: “Sto bene con tutti, particolarmente con De Vrij e Dumfries anche perché parlano olandese, che è simile al tedesco”.
Il turco ha poi raccontato il suo rapporto con il nuovo allenatore: “Inzaghi lo conoscevo già alla Lazio, mi è sempre piaciuto il suo 3-5-2 offensivo e c’è stato feeling dal primo giorno. Abbiamo lavorato e poi ho fatto un debutto molto bello contro il Genoa. I tifosi si aspettavano qualcosa, arrivavo dal Milan: è stato un bel pomeriggio, non posso dimenticarlo. Mi aspetto grandi cose dai prossimi tre anni, abbiamo dei sogni: vogliamo vincere il campionato. Abbiamo battuto lo Sheriff in Champions e adesso vogliamo fare lo stesso contro Shakhtar e Real, poi ovviamente c’è la Coppa Italia. Un giocatore vuole sempre vincere tutto, devi far sì che accada. Se vincerò dei trofei, poi potrò raccontare ai miei figli di quando giocavo nell’Inter e ho vinto. Voglio giocare bene questi tre anni e fare un bel lavoro.
Breve battuta sul futuro: “Alla fine di questi tre anni vedremo se resterò in Europa oppure no. Dopo il ritiro? Magari allenerò, vedremo cosa accadrà”.