Ennesimo infortunio per Sanchez. L’ultimo di una lunga serie -potremmo aggiungere- e non ci sarà fine fin quando il suo contratto sarà ancora in vigore. Dura lex sed lex. Quando era arrivato in prestito nel 2019 non ci si aspettava una fragilità così alta. Il tutto è stato nascosto, si potrebbe dire, dalle sue performance di giocoliere e assistman. Quando è subentrato ha sempre fatto vedere grandi cose, anche se le prestazioni migliori le ha fatte in Nazionale.
Nella prima stagione ha disputato 32 partite e realizzando 4 gol e 6 assist, ma l’infortunio al tendine peroneo l’ha costretto a rimanere ai box per 84 giorni, dal 13 ottobre al 5 gennaio 2020, facendogli saltare ben 14 partite. Decisamente migliore è stata la scorsa stagione, con 38 match giocati, 7 gol e 7 assist e “solo” 36 giorni di stop non continui (22/10-02/11; 14/12-28/12 e 12/5-22-5 per problemi alla caviglia e agli adduttori), per un totale di 9 partite non disputate con l’Inter.
Quest’anno i problemi sono iniziati già a partire da questa estate, da fine giugno alla seconda metà di luglio Sanchez ha accusato un problema al polpaccio e subito dopo, dal 3 agosto fino al 12 settembre un guaio muscolare che l’ha fermato per 40 giorni, per un totale di 3 partite. Ora l’infortunio in nazionale col Cile, risentimento ai flessori, che lo terrà fuori per 15 giorni. Quello che preoccupa è il fatto che l’anno calcistico terminerà a maggio e già i giorni di infortunio sono davvero molti.
A peggiorare la situazione, il fatto che il cileno, classe ’88, percepisca 7 mln netti a stagione fino al 2024, uno sforzo che la società, prendendolo a parametro zero, ha voluto fare, accontentando Antonio Conte. Tuttavia, il rendimento del cileno, polemico sui social per non essere stato schierato spesso, è abbastanza altalenante. E i suoi problemi fisici sono ormai noti ai tifosi interisti che, ogni volta che viene schierato in nazionale, temono qualche infortunio…e puntualmente ci prendono.