Napoli Montesanto, lunedì 22 novembre 2021 – Santa Cecilia: il mio turno di lavoro è dalle 7.30 alle 14.03.
E’ una giornata uggiosa (per dirla alla Battisti…). Ho già preso un caffè nero bollente (ma senza Fiorella Mannoia…) e un cornetto a crema ed amarena, con le prime pillole della giornata.
Il barista mi ha salutato con l’educazione di sempre, ha parlato del tempo, della situazione Covid, del prossimo Natale ma, assolutamente, non ha fatto cenno alla partita di ieri pomeriggio che ha visto l’Inter di mister Inzaghi sconfiggere il Napoli di Mister Spalletti.
Non dico nulla; gusto caffè e cornetto ed attendo i turisti che vogliono sapere come andare a vedere la Casina Vanvitelliana ubicata su un’isoletta del Lago Fusaro o il sito archeologico di Cuma o i viaggiatori che vogliono informazioni sulle modalità di abbonamento alle linee ferroviarie.
Passano i minuti ma i colleghi che volevano offrirmi uno-due-tre babà (alludendo agli ipotetici gol del Napoli contro i nerazzurri…) non si vedono proprio.
Io ho dei Mon Cheri e dei Pocket Coffe per “addolcire” loro la loro amarezza con cioccolatini…
Volevo sentir loro parlare del 62% di possesso palla dell’Inter nel primo tempo, delle prestazioni del monumentale Skriniar, del dinamismo di Perisic (miglior uomo in campo!), dell’abnegazione di Ranocchia, della classe di Correa, del Napoli che fino ad ieri aveva subito solo tre reti ed, invece, con i nerazzurri ne ha presi tre.
Volevo sentir loro il commento sull’arbitro Valeri, su un’Inter bella, che gioca bene, trova iniziative personali, che, questa volta, non ha perso punti come con l’Atalanta, la Juve e il Milan.
Volevo sentir loro le giustificazioni di una sconfitta netta, secca, indiscutibile anche se i commenti delle emittenti televisive partenopee parlano di sfortuna, dell’assedio finale del Napoli dopo il 3 a 2 di Mertens, dell’infortunio di Osimhen.
Io avrei imbastito un discorso esaltando tutti, giocatori e tifosi nerazzurri (tranne quelli che hanno esaltato un Vesuvio distruttore della città…), in una prova corale e di una generosità che va oltre il minuto 98, quello del fischio finale.
Ed è l’Inter anche nella sofferenza finale.
Sarebbe stata una beffa ingiusta, al termine di una partita che è stata un viaggio assurdo: come andare sulle montagne russe, tra adrenalina, eccitazione e quel pizzico di paura.
Resta la sensazione, alla fine del match, bellissima: battuto il Napoli e posizionatici a – 4 dalla capolista!
Intanto nessun collega si è fermato dinnanzi il mio sportello o è venuto dentro a salutarmi: penso proprio che se voglio godermi un babà devo andarmelo a comprare alla Pasticceria Mazz, famosissima proprio per questo gustosissimo dolce di origine francese divenuto tipico della pasticceria napoletana.
Intanto mi gioco il 2 (i gol del Napoli), il 3 (i gol dell’Inter) e il 42 (il babà nella smorfia napoletana) sulla ruota di Napoli: per dirla alla Nino Manfredi, “Fusse che fusse la vorta bbona”?
Ieri, oggi e sempre, ovunque e comunque “Forza Inter”!
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