Alla conferenza stampa di vigilia di Venezia-Inter, non ha parlato mister Simone Inzaghi ma Andrea Ranocchia.
“Gli ottavi di Champions sono un traguardo importante. Tutti noi e la società ci tenevamo a raggiungerlo. Ci dà tranquillità, però domani avremo una partita difficile in un campo molto difficile”.
“Sinceramente non piace fare paragoni con il passato. Il mister al momento ha dimostrato di saper gestire un gruppo di grandi giocatori. Speriamo di migliorare per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
“Mi son divertito tantissimo in queste ultime due partite da titolare. E’ una soddisfazione e un grandissimo divertimento. Giocare con questi giocatori qua è veramente soddisfacente. Mi rende felice nel percorso della mia carriera. Felice di aver vinto le ultime due partite, ora però bisogna pensare alla prossima”.
“Riposo? Innanzitutto non sappiamo ancora chi giocherà domani, il mister sta facendo ancora le valutazioni. Io sono sempre pronto. L’importante è che la squadra continui a fare quello che sta facendo. Io sono sempre a disposizione del mister”.
“La svolta nella mia carriera? Un momento ben preciso non c’è, è cambiato il mio modo di affrontare le gare, con l’età si matura, si migliora, si cresce. E’ un percorso che ho inizato da diversi anni a questa parte. Gli allenatori che sono passati mi hanno aiutato, da Spalletti a Conte a Inzaghi. Negli ultimi anni abbiamo costruito un gruppo veramente forte”.
“Si è creata questa aurea da leader di spogliaotoio. Penso sia esagerato parlare di questa cosa. Da quando sono arrivato all’Inter era quella del triplete. Ci hanno accolto bene ed insegnato come affrontare le giornate. Non è semplice indicare una figura precisa che mi ha insegnato il mondo Inter”.
“Rammarico nella mia carriera? E’ più un problema degli altri che un problema mio. Approcciare bene un gioco di squadra nel migliore dei modi è quello di farsi trovare pronto quando c’è bisogno e io spero di continuare a farlo il più a lungo possibile”.
“Il gruppo è diventato sempre più forte. Abbiamo perso pedine importanti ma la società ha lavorato nel migliore dei modi per rimpiazzarli. E’ più un fatto di mentalità che di nomi il fatto di non dover far rimpiangere il passato”.
“Non c’è una bacchetta magica per costruire quello che siamo oggi. Ci sono percorsi, fatti di cose positive e negative, dove i ragazzi hanno reagito nel modo giusto arrivando a vincere lo scudetto e diventare quello che siamo oggi. Non ci sono persone o avvenimenti precisi per creare un gruppo come il nostro”.
“Le squadre più pericolose nel lungo termine? Domanda difficile, incidono troppe cose. Sono squadre tanto equilibrate, poi ci sono le coppe e gli infortuni che incidono. In questo momento siamo un pochino dietro, però ci siamo anche noi”.
“Le vicende con Brozovic? L’importante è che lo veda in campo come lo sto vedendo da sei anni a questa parte. Ogni anno diventa sempre più forte. Altre vicende su di lui non mi interessano, sono questioni societarie”.
“Seconda stella? Sono sensazioni esterne dei tifosi e dell’ambiente che ci circonda. Durante gli allenamenti ci rendiamo conto che se affrontiamo le partite in un determinato modo possiamo arrivare lontatano. Tutte le altre sensazioni sono cose prettamente esterne rispetto a quelle che si provano nello spogliatoio e negli allenamenti”.
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