L’impatto devastante con la maglia nerazzurra alla prima giornata, poi diverse partite negative, fino alla sfida contro la Juventus del 24 ottobre. Da lì in poi, nella testa di Hakan Calhanoglu è cambiato qualcosa: la prestazione importante contro i bianconeri ha fatto da apripista a un mese eccezionale, che lo ha visto protagonista nei big match contro Milan, Napoli e Shakhtar Donetsk.
La Gazzetta dello Sport analizza con i numeri e le disposizioni impartite da Inzaghi la vistosa crescita del centrocampista turco. “Con Inzaghi, Calha è chiamato a coprire una fetta maggiore di campo, ma partendo sempre da una posizione più arretrata rispetto ai tempo del Milan. I compiti, di fatto, sono quelli della mezzala pura con licenza di inserimento, ruolo che al turco sembra sempre più congeniale. Il nuovo ruolo ha reso il turco anche più efficace: i gol infatti sono già tre, con altrettanti assist, mentre l’anno scorso a questo punto della stagione era ancora fermo a due passaggi decisivi”.
“Non solo, quest’anno Calha perde meno palloni (129 contro i 179 in rossonero) e fa sentire il proprio peso anche in fase di contenimento e interdizione, tanto da aver confezionato quasi il doppio dei contrasti vinti (7 a 4) e dei palloni intercettati (10 a 6). Sono calati sensibilmente i tiri (19 contro 29) e i cross (12 a 18), ma la propensione allo scambio nello stretto e alle verticalizzazioni è pressoché identica: dalle sponde con i compagni (dieci l’anno scorso, otto quest’anno) alle verticalizzazioni (120 contro 101). A conti fatti, il turco risulta meno coinvolto in fase conclusiva di quanto non fosse ai tempi del Milan, ma in maglia nerazzurra ha aumentato l’efficacia (tradotta in un contributo maggiore di reti e assist) mettendosi al servizio del collettivo“.
Non solo qualità: quanti recuperi difensivi!
In molti, specialmente nelle ultime due partite, avranno notato le numerose corse all’indietro culminate spesso con scivolate efficaci per recuperare palla. È la nuova versione di Hakan. “Chi gli ha sempre rimproverato la scarsa cattiveria e la tendenza a estraniarsi dal gioco per lunghi tratti, ultimamente si sta dovendo ricredere. Il Calha nerazzurro garantisce maggior presenza e sostanza in mezzo, tanto da aver accresciuto anche il numero di falli (da otto a dodici) e di ammonizioni (da una a tre). D’altra parte si sa che a centrocampo solitamente c’è da lottare di più e Calha non si sta tirando indietro. Inzaghi gli sta chiedendo maggior concretezza e meno fronzoli. Oggi Calha è forse meno vistoso, ma il rendimento in questi primi quattro mesi in nerazzurro dice che è anche più presente e concreto. Merito dell’impegno e dell’applicazione del giocatore, non c’è dubbio, ma anche dell’intuito di Inzaghi, bravo a cucirgli addosso un vestito che pare calzargli a pennello”.
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