L’Inter rischiava di sporcare una settimana che l’aveva vista tornare definitivamente in lotta per lo Scudetto e approdare nuovamente agli ottavi di Champions League. Dopo due partite di tale intensità fisica e mentale, il rischio di incorrere in un calo di concentrazione in Laguna era concreto, ma i nerazzurri hanno affrontato la partita con il piglio di chi non vuole mollare niente e di chi sa che, in questo momento del campionato, c’è solo da correre e macinare punti.
Un messaggio, in tal senso, è arrivato da Simone Inzaghi prima del calcio d’inizio: si ipotizzava, su giornali e tv, un turnover più o meno massiccio con riposo concesso quanto meno ai due esterni, a Barella e a Lautaro. Solo quest’ultimo è finito in panchina, gli altri tutti dentro. Messaggio recepito: non si può sbagliare. E l’Inter non ha sbagliato. L’interpretazione della partita è stata ottima, seppur con la solita pecca dei troppi gol sbagliati: nelle ultime tre uscite, i nerazzurri hanno concluso ben 65 volte verso la porta avversaria, andando in rete solo in 7 circostanze (due su rigore: contro il Napoli e in occasione del raddoppio ieri sera). Anche per quanto riguarda la partita di ieri, infatti, bisogna segnalare un po’ di ingenuità e di mancanza di precisione nelle scelte e nelle conclusioni, visto che l’Inter poteva chiudere la contesa molto prima rispetto al 95′. Ha concesso troppa vita agli avversari. Tuttavia, mole di gioco, costruzione di occasioni e pericolosità costante nell’occupare l’area avversaria non sono aspetti da mettere in discussione (l’Inter va in gol da 33 partite consecutive, record di sempre nella storia nerazzurra) ed il fatto che anche gli avversari se ne accorgano è un’ulteriore nota di merito.
La sensazione è che questa settimana, oltre ai risultati fondamentali ottenuti in Italia e in Europa, abbia consegnato alla squadra una consapevolezza definitiva: si può vincere ancora. Riuscirci davvero o meno, dipenderà dalla continuità e dalla capacità di correggere i propri difetti da qui alla fine. Ma si può fare. Si vede dalla mentalità con la quale l’Inter approccia anche le partite sulla carta sottovalutabili, si vede dalla voglia di ognuno di aiutare il proprio compagno, dai sacrifici di Dzeko, Perisic, Darmian (a proposito, la sua assenza rischia di essere pesantissima), dal moto perpetuo di centrocampo, da un ritrovato Calhanoglu, al momento straripante in entrambe le fasi di gioco e reduce da tre gol in altrettante partite, da uno Skriniar monumentale.
E si vede anche dalle dichiarazioni di alcuni dei giocatori simbolo di questa squadra. Due in particolare. Alessandro Bastoni, dopo aver disputato una prova autoritaria e solida anche da centrale difensivo (nonostante in molti storcessero il naso a causa di alcune prove non proprio convincenti della stagione passata), ha risposto chiaramente a domanda sullo Scudetto: “Vogliamo vincere ancora nonostante gli addii estivi, per dimostrare che l’anno scorso non è stato un caso“. E nello stesso senso vanno le parole di Lautaro Martinez che, subito dopo la partita conclusasi con il suo rigore realizzato, ha toccato il tricolore cucito sul petto dicendo: “Quest’anno ce l’abbiamo noi e dobbiamo difenderlo!“.
Parole piene di orgoglio da parte di due giovani, grandi giocatori di questa Inter, che tutti i tifosi nerazzurri si augurano possano ergersi a simboli degli anni futuri. Parole di chi è pronto a combattere e fare il possibile per vincere ancora: questa squadra può farlo. Perché ha ancora il fuoco dentro: il fuoco della vittoria.