Questa squadra e questo allenatore non smettono di sorprenderci in positivo. Dalla sosta in poi, le prove dell’Inter sono state un crescendo di autorità indiscutibile, maturità raggiunta, consapevolezza enorme, qualità eccelsa. Ma soprattutto, tantissima voglia di vincere ancora. Quello contro la Roma era sulla carta l’impegno più difficile del ciclo che avvicinerà i nerazzurri alla sosta natalizia, ma sorprendentemente si è rivelato il più semplice. Già, perché non è stata una partita, è stata manifesta superiorità.
Un accenno di contesa è stato riscontrabile soltanto nel primo quarto d’ora. Dopo nemmeno un giro d’orologio la Roma si è resa ingannevolmente pericolosa, lasciando pensare ad una sfida equilibrata. Tutt’altro. Il tempo di entrare in confidenza con il match, tenere il possesso, organizzarsi con lucidità, l’Inter ha cominciato a stradominare. Di fatto, la partita si è conclusa con il gol – segnato direttamente su calcio d’angolo – di Calhanoglu. Il resto della prima frazione è stato manuale del calcio, movimenti sinuosi, una fisarmonica che si allarga e restringe all’unisono senza lasciare scampo all’avversario, completamente inerme.
Vero che gli assenti della Roma erano di notevole spessore, che la rosa dell’Inter è superiore, ma risultava francamente complicato – alla vigilia – immaginare l’assenza di una partita, una superiorità così schiacciante sublimata e ben condensata nel gol del 2-0 e 3-0. Quello firmato dal grande ex di giornata, Edin Dzeko, è stato il manifesto dell’Inter di Simone Inzaghi, arrivato – come a Venezia e come con lo Spezia – dopo una serie impressionante di passaggi consecutivi, qualcosa che stupirebbe anche se fosse eseguito alla PlayStation. Quello di Denzel Dumfries è ugualmente simbolico, perché rappresenta perfettamente un contesto di squadra in cui – ad oggi – funziona tutto. L’esterno olandese è stato considerato come una delle poche note stonate di questo avvio stagionale, apparendo sovente avulso dal gioco e risultando anche dannoso in alcune situazioni – come sul maldestro rigore regalato alla Juventus nel finale. L’infortunio di Darmian, però, lo metteva davanti a un bivio: Dumfries ha risposto con personalità, dimostrando di poter essere importante per questa squadra. Emblematico il fatto che, poco prima della splendida rete siglata di testa, avesse salvato un gol fatto di Vina. Le notizie positive si moltiplicano, insomma.
Il secondo tempo è stato un allenamento nel quale l’Inter ha lasciato scorrere i minuti senza forzare, contenendo l’inoffensiva Roma e prendendosi una vittoria – nell’Olimpico giallorosso – che mancava dall’agosto 2017. In molti avevano parlato di “lanciare un segnale al campionato” vincendo anche nella Capitale: l’Inter ha amplificato il concetto, emettendo non un segnale, ma un pauroso urlo all’Italia intera.
L’unica notizia negativa con la quale la squadra di Inzaghi lascia Roma è l’infortunio di Correa, uscito in lacrime per un risentimento muscolare che potrebbe farlo tornare in azione solo nel 2022. Assenza pesante, ma i nerazzurri hanno sin qui dimostrato di saper convivere con la mancanza di alcuni giocatori, come successo con De Vrij e Darmian. Diventare grandi passa anche da questo. Ma forse, l’Inter grande lo è già.
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