La partita di domani sarà – molto probabilmente – quella del rientro in campo da titolare di Stefan De Vrij. L’ultima presenza dal primo minuto è datata 7 novembre, giorno di Milan-Inter. Poi la sosta nazionali, l’infortunio, un mese di assenza e il ritorno nella lista dei convocati per Real Madrid-Inter, quando Simone Inzaghi non ha voluto forzare preferendogli D’Ambrosio e spostando Skriniar al centro della difesa, in quella che è la mattonella dell’olandese.
La Gazzetta dello Sport si sofferma sul ruolo cardine rivestito da Stefan De Vrij nelle ultime stagioni in nerazzurro e sull’importanza di tornare a contare sul suo apporto. Non che l’Inter senza il numero 6 abbia fatto male, anzi: numeri alla mano ha saltato sei partite, nelle quali la squadra di Inzaghi ha ottenuto cinque vittorie (Napoli, Shakhtar Donetsk, Venezia, Spezia, Roma) e una sconfitta, nell’ultimo match di mercoledì al Bernabeu contro il Real Madrid. “Dopo gli sbandamenti di inizio stagione, l’Inter sembra aver ritrovato compattezza ed equilibrio: esserci riuscita senza il suo faro difensivo dà la misura di quanto tutta la squadra sia cresciuta negli ultimi due mesi”.
Stefan però scalpita, “ha voglia di riprendersi il tempo perduto e mettere a disposizione della squadra la sua abilità nel recupero palla (4,73 di media a partita) e nel ribaltare immediatamente l’azione: 50 lanci in 11 partita di A, oltre a una media di 12,64 verticalizzazioni a partita. Contro gli avversari più chiusi, il piede di De Vrij è tra quelli più sollecitati alla ricerca dell’imbucata vincente. Semmai, la novità dell’anno è lo zero alla casella dei gol segnati in campionato fin qui: l’unico acuto è arrivato in Champions, nella notte della svolta europea nerazzurra contro lo Sheriff”.
L’olandese, inoltre, non è soltanto un difensore di assoluto valore e la sua importanza travalica la dimensione tecnica. “All’interno dello spogliatoio l’olandese è considerato un esempio assoluto di alta professionalità, soprattutto per i più giovani. Antidivo per eccellenza, nell’estate pre-Covid, durante una vacanza in Sicilia, De Vrij diede appuntamento a un tifoso che lo aveva contattato sui social per una foto. Regalo inaspettato, che racconta il valore umano dell’olandese”.
Il centrale olandese, arrivato a parametro zero nel 2018, ha il contratto in scadenza nel 2023. Balza all’occhio il fatto che sia l’unico, tra i titolarissimi dell’ultimo Scudetto, a non aver ancora avviato i contatti con il club in ottica rinnovo. “Club e giocatore non hanno fretta, ma entro la fine della stagione sarà necessario fare chiarezza. Un giocatore così fa gola a tutti i top club e la prossima estate sarà l’ultima utile per monetizzare un’eventuale uscita”.
Marotta e Ausilio, dal canto loro, mantengono tranquillità: sono certi della professionalità del calciatore e della sua capacità di comprendere il momento societario. L’Inter, infatti, sta affrontando le trattative per i rinnovi di Brozovic e Perisic che, a differenza di De Vrij, hanno il contratto in scadenza fra un anno e questo costituisce – per forza di cose – una situazione più impellente.
Inoltre, “l’Inter al momento è tranquilla perché è lo stesso De Vrij a trasmettere messaggi positivi: l’olandese, che vive in una delle nuove zone residenziali della città poco distante da San Siro, aveva scelto l’Inter (da svincolato) per vincere. Missione riuscita, ma non è certo un punto di arrivo: Stefan e la squadra puntano a uno storico bis tricolore, che porterebbe allo Scudetto della seconda stella. E solo dopo, magari, comincerà a ragionare sul futuro. De Vrij non è un’urgenza, anche perché non è tipo da improvvisi mal di pancia. Stefan pensa al campo e alla voglia matta di tornare ad aiutare la squadra. A fine anno poi si tireranno le somme, ma sedersi al tavolo col club con un altro Scudetto vinto avrebbe tutto un altro sapore, oltre che valore”.